Amadeus, partiamo dall'inizio o dalla fine?
«Partiamo dall'inizio. Così,

Amadeus, partiamo dall'inizio o dalla fine?
«Partiamo dall'inizio. Così, riusciamo a dare una visione di insieme di questo Festival, del mio progetto, senza ricadere nella dinamica del botta e risposta polemico».
Allora dobbiamo cominciare proprio dalle prime polemiche: quelle sulla modalità di ufficializzazione dei cantanti in gara.
«Quando ad agosto abbiamo scritto il regolamento ho voluto fin da subito dividere la serata dei giovani da quella dei big. Volevo dare il giusto risalto a tutte e due le cose. Così, a differenza del passato, quando i nomi dei cantanti in gara venivano svelati durante Sanremo Giovani, quest'anno abbiamo deciso di farlo il 6 gennaio durante la trasmissione abbinata alla lotteria Italia con l'incredibile partecipazione di tutti gli artisti. Una cosa bellissima, innovativa. Ma ho scoperto che a Sanremo anche i muri hanno le orecchie».
I muri hanno le orecchie?
«Sì, i primi giorni bastava che ipotizzassi la partecipazione di un ospite o la scelta di un cantante che il giorno dopo me la ritrovavo sui giornali. Per carità, ci sta. Così, ho deciso che due nomi - all'inizio dovevano essere quattro - non li avrei detti proprio a nessuno. Nemmeno ai parenti (ride ndr). E per fortuna ho fatto così».
Perché?
«Perché i nomi circolavano, è normale. E tutta la stampa correttamente evitava di scriverli. Poi, però, qualcuno ha deciso di farlo. Io, se avessi saputo la scaletta o gli ospiti di una trasmissione di qualcun'altro, non mi sarei mai sognato di spoilerarli. Il rispetto del lavoro altrui viene al primo posto».
E, invece, le polemiche sul passo indietro?
«Si è innescata una strana combinazione in cui alcune persone hanno deciso di attaccarmi. Ho già chiesto scusa a tutti e ribadisco che mi dispiace che qualcuno possa essersi sentito offeso da quelle parole».
Chi l'ha ferita di più?
«Chi mi ha ferito non merita di essere citato».
Ok, allora qual è la cosa che l'ha ferita di più?
«Sentirmi accusare di sessismo da persone che mi conoscono bene e che sanno che non è vero. Mi è servito a capire chi sono gli amici e chi no».
Ci sono stati anche messaggi belli?
«Tanti, tantissimi. Per fortuna. E non solo di colleghi e amici. A darmi la carica in questi giorni sono proprio le donne che incontro: giovani e meno giovani che mi fanno i complimenti, che mi dicono che sono con me. Certe signore anziane mi fermano per strada e mi parlano con dolcezza, mi danno una carezza, come fossi il nipote. Quasi si volessero scusare loro. E io invece ripeto loro che, forse, mi sono espresso male».
A proposito di donne, in questo Sanremo sono tante o sono poche?
«Quelle che partecipano sono in linea con la proporzione di quelle che hanno proposto canzoni. Ma non mi sembra ci sia differenza con il passato. Anzi. Se proprio vogliamo dirlo, questo Sanremo è più rosa di tanti altri. E lo è per una questione di merito e non di un calcolo a tavolino. Ho scelto canzoni e ospiti per il loro valore, per quel che rappresentano e non con un algoritmo. Altrimenti lo facevamo fare al computer».

Ultimo aggiornamento: Martedì 28 Gennaio 2020, 05:01
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