Alessandra Severini
Manca ancora il sì ufficiale ma l'accordo fra Roma e

Alessandra Severini Manca ancora il sì ufficiale ma l'accordo fra Roma e
Alessandra Severini
Manca ancora il sì ufficiale ma l'accordo fra Roma e Bruxelles sulla legge di bilancio è chiuso. L'ultima parola spetterà oggi ai commissari europei, ma intanto il governo sembra ottimista sulla possibilità di evitare la procedura di infrazione per deficit eccessivo.
Non è detto però che le colombe' di Bruxelles riusciranno a convincere i colleghi più severi sulla bontà della posizione italiana. Per questo ieri sera Palazzo Chigi predicava ancora cautela.
Oltre alla riduzione del rapporto deficit/pil dal 2,4% al 2,04%, il governo avrebbe rivisto al ribasso anche le stime sul Pil 2019, dall'1,5% a un più realistico 1%. E non si esclude che per rassicurare Bruxelles si sia previsto anche un aumento dell'Iva per il 2020-2021.
Quello che è certo è che la manovra nel passaggio al Senato è destinata a subire molti cambiamenti. Il governo presenterà un pacchetto di 19 emendamenti fra cui c'è anche quello che prevede un'accelerazione dei pagamenti dei debiti della P.a. verso aziende erogatrici di beni e servizi. Secondo il ministro Riccardo Fraccaro, per le Regioni o gli enti locali in temporanea carenza di liquidità ci sarà un intervento della Cassa depositi e prestiti grazie al quale sarà possibile anticipare i rimborsi entro fine del 2019. Dal 2020 chi non rispetta i tempi di pagamento subirà tagli alle spese per i consumi intermedi e multe, che, nel caso della sanità, colpiranno parte delle indennità di direttori generali e amministrativi. Altra novità riguarda i Comuni che accolgono minori stranieri non accompagnati che potranno chiedere contributi al Fondo nazionale per l'accoglienza ma solo nei limiti delle spese già sostenute a legislazione vigente. Di certo saranno poi rimodulate le due misure cardine: quota 100 per le pensioni e reddito di cittadinanza. I 6,7 miliardi previsti per quota 100 dovrebbe essere decurtati di almeno 2 miliardi, ma non si esclude un taglio ancora maggiore. La dote per il reddito di cittadinanza dovrebbe scendere da 9 a 7,1 miliardi e il provvedimento dovrebbe partire a fine marzo 2019 o, forse, a giugno. Il testo arriverà comunque in aula al Senato solo domani e dunque sarà necessaria una vera corsa a cavallo delle feste natalizie per arrivare all'approvazione definitiva prima della fine dell'anno.
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Dicembre 2018, 05:01
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