Alessandra De Tommasi
La Trono di spade-mania è ben lontana dal trovare

Alessandra De Tommasi
La Trono di spade-mania è ben lontana dal trovare una fine. E non a caso il regalo di Natale più ambito dai fan è il mega-cofanetto con tutte e otto le stagioni, oltre a quindici ore di contenuti speciali, interviste, scene estese e curiosità. In arrivo in Italia dal 4 dicembre, vanta una reunion di tutto il cast, compresi i morti illustri delle prime stagioni, a partire da Sean Bean (Il signore degli anelli). A Londra il cast si è incontrato un'ultima volta per dare il degno addio all'adattamento tv dei romanzi di George R.R. Martin, entrato nove volte nel Guinness dei primati, anche come prodotto più piratato del piccolo schermo e per la cifra record di 59 Emmy vinti.
«L'ultimo giorno di riprese ricorda Maisie Williams (Arya) non abbiamo parlato del ciak finale. Tra le lacrime ci siamo solo detti: Ci vediamo presto». E così è stato, visto che gli attori si continuano a vedere anche fuori dal set, come dimostra Emilia Clarke (la regina dei draghi Daenerys): ha festeggiato il compleanno con Kit Harington (Jon Snow) e Jason Momoa (Drogo). Nonostante l'attrice abbia subito due aneurismi durante la serie, la ricorda sempre con affetto. E il merito va anche a un diario che ha tenuto per anni, «per poterlo rileggere da anziana dice e ricordare cosa provavo». Unico neo, le scene di sesso: «All'inizio piangevo in bagno perché non volevo farle - ha raccontato - Poi ho accettato, per non deludere i fan».
Potentissima metafora delle ambizioni moderne, Game of Thrones mostra propositi crudeli, ma di tanto in tanto anche qualche esempio di virtù, come nel caso dello stesso Jon, che a detta del suo interprete, trova la sua strada lontano dalla sete di potere degli altri personaggi. E le donne non restano certo a guardare: «Grazie a Brienne spiega Gwendoline Christie, dall'alto dei suoi 191 centimetri - ho abbracciato il mio lato androgino e ho smesso di sentirmi impacciata. Il Trono di spade ha ridefinito l'idea stessa della femminilità e il concetto di società patriarcale».
Il finale, che tanto ha fatto discutere gli appassionati, è stato invece accolto dal cast con cauta rassegnazione, come racconta Sophie Turner/Sansa: «Il pubblico se ne deve fare una ragione e sono sicura che prima o poi troverà pace». «Quest'esperienza mi ha cambiato la vita aggiunge Kristofer Hivju/Tormund e ora nulla sarà più come prima ma mi ha regalato la libertà di esplorare. E chi se le dimenticherà più le serate nel freddo dell'Islanda a suonare l'ukulele?».
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 27 Novembre 2019, 05:01
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