«Aiutiamo i club a non fallire»

«Aiutiamo i club a non fallire»
Lo sport ha chiuso per Coronavirus, almeno fino al 3 aprile, come stabilito dal decreto del Governo. E le Federazioni, preoccupate, lanciano l'allarme. Lo lancia anche Paolo Barelli, presidente della Federazione Italiana Nuoto.
Solo ieri la drammatica riunione al Coni con la decisione di sospendere ogni attività.
«Noi in realtà avevamo già in mattinata deciso di sospendere tutto. La riunione è stata utile per lanciare un messaggio unico da parte del mondo dello sport, che chiede decisioni univoche da parte del Governo, insieme con le Regioni. In più è stata utile per sollevare un altro argomento».
Di che argomento si tratta?
«Oramai l'epidemia c'è e ha coinvolto anche lo sport. Il problema che ho sottoposto durante il Consiglio è stato questo: quando il flagello del virus sarà passato, ritroveremo ancora in vita le società sportive?».
Un interrogativo angosciante.
«Le società sportive di base, in particolare, fanno in modo che gli impianti siano fruibili per tutti gli atleti. Quando si tornerà alla normalità, queste associazioni rischiano di essere già fallite. E se fosse così, dove andranno le persone a fare sport? Queste sono le domande che dobbiamo farci. Il Governo si sta attivando per ogni tipo di attività, commerciale e produttiva, deve farlo anche per le società sportive che gestiscono impianti, perché molte sono già al limite. Sono un anello debolissimo del sistema e si poggiano nella maggior parte dei casi sul volontariato. Quindi serve tutelare anche loro».
Guardando al lato sportivo, come riescono al momento ad allenarsi gli atleti?
«In questo momento i Comuni, che in molti casi sono proprietari di impianti, stanno ordinando le chiusure degli stessi, così come i privati. Per fortuna i centri federali sono ancora aperti, ma possono risolvere solo alcuni dei problemi».
E' vero che dalla riunione del Coni è emerso il timore che lo sport possa rimanere fermo anche oltre il 3 aprile?
«Bisogna essere oggettivi. Credo che fermare una macchina come quella dello sport comporti problemi anche dopo. Non si può ripartire subito velocemente dopo quella data. E ho molti dubbi che il problema dell'epidemia sia risolto tra meno di un mese».
Campioni del nuoto come Federica Pellegrini e Simona Quadarella si avvicinano con tante incertezze alle Olimpiadi di Tokyo, se si disputeranno.
«Sono preoccupate, ma anche gli altri atleti lo sono. Ho sentito Campagna, ct dell'Italia di pallanuoto, che è campione del mondo e che è qualificato già per le Olimpiadi; ha alcuni atleti in Lombardia che non si possono muovere, altri con impianti chiusi che non si possono allenare. Le difficoltà ci sono, prepararsi così è complicato se non impossibile».

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 11 Marzo 2020, 05:01
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