ACQUARIO ROMANO

ACQUARIO ROMANO
Lorena Loiacono
Migliaia di pesci, ologrammi di squali feroci e tartarughe marine, cascate mozzafiato e la potenza della realtà aumentata a dare spettacolo: l'Acquario di Roma si prepara ad aprire i battenti, nell'attesa degli ultimi collaudi. Ieri la grande struttura dell'Eur, quasi 18mila metri quadri di spazi, ha svelato parte del cantiere in un pre-opening per dare il via a una serie di appuntamenti: l'Acquario ospiterà una sala eventi di 3mila mq, un auditorium e una galleria commerciale, contando sul sostegno di un partner internazionale come Sea Life - Merlin Entertainment.
Entro la fine dell'anno, probabilmente l'8 dicembre prossimo, verrà aperta al pubblico la parte dell'Acquario tradizionale: giovedì ci saranno nuovi controlli tecnici, a settembre arriveranno i pesci e avranno bisogno di almeno due mesi di tempo per ambientarsi. Si tratta di 5mila esemplari di 100 specie diversi, provenienti da tutti i mari. «Oggi è un giorno importante per Roma, - spiega l'ingegnere Domenico Ricciardi - con questa apertura si riconsegna a Eur SpA e a tutti i cittadini un'area verde riqualificata ed illuminata con il ripristino del periplo del laghetto dell'Eur. Un'opportunità per ricongiungere questa attesa struttura con tutto il quartiere e con la città».
La parte espositiva, con l'auditorium e la realtà aumentata, aprirà nel 2019 e presumibilmente entro il mese giugno, dando vita ad una immaginaria e virtuale immersione nel mondo marino, dalla cascata di acqua proiettata con la tecnica del 3D mapping che scendera continuamente sulla parete d'ingresso fino alle installazioni con cui ai visitatori sembrerà di far parte dell'oceano, attraversando letteralmente cascate di gocce d'acqua che si apriranno come un sipario. Con l'obiettivo di far conoscere il mare e farne amare le caratteristiche: «Questo non è un divertimentificio ha spiegato Domenico Ricciardi, presidente di Mare Nostrum - abbiamo collaborato con i principali enti di ricerca per avere un acquario all'avanguardia, un modello da studiare per sensibilizzare i visitatori sulla difesa del nostro mare».
Restano però le polemiche di un ritardo che va avanti da anni: in dieci anni sono stati spesi 120 milioni di euro, senza però utilizzare nessun fondo pubblico, e i lavori sono stati rallentati dal cambio della normativa, imposta dopo i terremoti, per la quale è stato necessario «rifare tutto daccapo spiega Staderini e le banche hanno chiusi i finanziamenti».
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Ultimo aggiornamento: Martedì 3 Luglio 2018, 05:01
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