Acilia, confiscati i beni dei casalesi

Beni mobili e immobili, appartenuti al clan camorrista di Casal di Principe Guarnera-Iovine, trapiantato da anni nella zona di Acilia, per un valore di 22 milioni di euro passano nelle mani dello Stato. Il provvedimento, reso definitivo dalla Cassazione, nasce da un'indagine del Gico della guardia di finanza, che nel 2013 aveva portato all'arresto di Mario Iovine, Sergio Guarnera, Sandro Guarnera, Franco Crispoldi e Arben Zogu (legato a Fabrizio Piscitelli dello Diabolik ucciso il 7 agosto scorso) per i reati di estorsione, usura, intestazione fittizia di beni e illecita concorrenza con minaccia o violenza. In quel contesto, i finanzieri scoprirono l'esistenza di una joint-venture nel settore delle slot machine, imposte nel territorio di Acilia agli esercizi commerciali autorizzati, tra la criminalità e gli esercenti. Il profilo di pericolosità sociale dei protagonisti evidenziato dal tribunale per le misure di prevenzione, era stato rafforzato dagli elementi acquisiti nell'ambito dell'operazione Vento dell'est conclusa a luglio 2015 con 9 ordinanze di custodia cautelare nei confronti, tra gli altri, dei fratelli Guarnera e di Arben Zogu per estorsione, illecita concorrenza con minaccia e violenza e traffico internazionale di sostanze stupefacenti.(E. Orl.)

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 24 Giugno 2020, 05:01
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