«La morte di Isabella ha cambiato per sempre la nostra esistenza»

«La morte di Isabella ha cambiato per sempre la nostra esistenza»
L'OMICIDIO
NOVENTA Cinque anni dopo la villa degli orrori di via Sabbioni dove fu uccisa Isabella Noventa ha le sembianze di un casolare abbandonato con la vegetazione alta più di due metri. Nulla a che vedere con la villetta ben curata di Freddy Sorgato, autista, massaggiatore a domicilio e ballerino di musiche caraibiche. Fuori dal cancello, sbiadito, il cartello che indica ancora l'abitazione sotto sequestro. La segretaria di Albignasego, 55 anni, è stata uccisa nella notte tra il 15 e il 16 gennaio.
Dopo cinque lunghi anni che hanno portato alla condanna definitiva dei tre assassini, i fratelli Freddy e Debora Sorgato e Manuela Cacco, il fratello della vittima, Paolo Noventa ricorda: «La morte di Isabella ha cambiato per sempre la nostra vita. Eravamo due gocce d'acqua che vivevano in simbiosi. La mia ferita rimarrà aperta per sempre». Il 15 gennaio di cinque anni fa Isabella e Paolo si sono sentiti più volte nel pomeriggio e Paolo sapeva che sarebbe andata a mangiare una pizza con Freddy. «Quando il 16 mattina mi ha chiamato mia mamma Ofelia riferendomi che Isabella non era rientrata a casa e il letto era fatto, mi si è subito accesa una lampadina. Ho chiamato Freddy, mi ha detto che era impegnato. Nel tardo pomeriggio sono andato senza preavviso a casa sua per capire cosa fosse successo. Da come si è comportato, ho avuto subito la sensazione che la scomparsa di mia sorella non fosse stata volontaria, ma frutto di qualcosa di terribile».
A distanza di cinque anni il movente dell'omicidio è ancora fragile. «Uccisa per gelosia? Non penso sia così. Non si ammazza una donna e si occulta il suo cadavere per amore o gelosia. Sono certo che Isabella prima dell'omicidio abbia visto qualcosa che non doveva vedere. Voglio pensare a qualche traffico illecito legato al trio diabolico, ma altro non saprei». Paolo Noventa ha anche perso la speranza di ritrovare i resti della sorella: «Se non hanno parlato fino ad ora - ha concluso - difficile che lo facciano in futuro. Restano una macchia indelebile, un dolore enorme e un senso di impotenza».
Dopo la morte e l'occultamento del cadavere di Isabella Noventa il 19 febbraio, durante le ricerche del suo corpo nel Brenta, il poliziotto della Squadra sommozzatori di La Spezia Rosario Sanarico morì dopo essere rimasto impigliato in profondità all'altezza delle chiuse. Il 30 dicembre 2019, Ofelia Rampazzo, 87 anni, dopo aver implorato più volte gli assassini di sua figlia affinché rivelassero il luogo in cui si trova il corpo della vittima, è deceduta anch'essa a causa di un male fulminante. Non restano che il silenzio, il rispetto per Isabella e ancora troppi interrogativi che ruotano attorno a Freddy Sorgato e alle due complici. Individui che hanno vissuto in paese, dove hanno pianificato il delitto, ma che poi, neppure di fronte ad un possibile sconto di pena, hanno trovato il coraggio di pentirsi.
Cesare Arcolini
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Ultimo aggiornamento: Sabato 16 Gennaio 2021, 05:04
© RIPRODUZIONE RISERVATA