Simona Romanò
Un antidoto per sopravvivere alla crisi da coronavirus. Lo

Simona Romanò
Un antidoto per sopravvivere alla crisi da coronavirus. Lo cercano i commercianti milanesi che vedono i negozi sempre più vuoti, perché i clienti limitano gli spostamenti fuori casa, disertando ogni tipo di acquisto (eccetto gli alimentari). Alcuni negozi addirittura decidono di chiudere un paio di giorno, altri lavorano durante la settimana, ma non nel weekend. Oppure viceversa. Altri ancora riducono gli orari: nel pomeriggio le saracinesche si abbassano, perché pare inutile rimanere aperti fino le 19.30 o le 20, visto che la clientela non si fa vedere. Sono decisioni prese autonomamente per far fronte al crollo del fatturato. «Ma chiudere alcune giornate o anticipatamente è sbagliato commenta Gabriel Meghnagi presidente della rete associativa vie di Confcommercio Milano e di Ascobaires Non c'è l'ordine dal governo della serrata, quindi, bisogna rimanere aperti, anche a costo di incassare zero, perché dobbiamo trasmettere un messaggio positivo, ottimistico».
Gli esercenti combattono perché Milano non si spenga e non si arrenda. «Dobbiamo fare uno sforzo per pensare al futuro e quindi al rilancio, anche se si parla di un calo degli affari, in media, del 50 per cento», prosegue Meghnagi.
Da corso Buenos Aires a via Torino, da corso Vittorio Emanuele al Quadrilatero della Moda. I negozianti, ovunque, sono in sofferenza: la perdita degli affari per covid 19 non risparmia nessuno, né le attività del centro né quelle delle periferie. Per le piccole botteghe va ancora peggio. Meghnagi chiede poi alle istituzione aiuti concreti: «Innanzitutto facendo slittare di 90, 120 giorni il versamento dei contributi previdenziali del personale, il pagamento dell'Iva e delle tasse». Sono le scadenze che più pesano, al di là delle bollette. «Auspichiamo anche un anticipo dei saldi estivi entro il 10 giugno, anziché la prima settimana di luglio», aggiunge. «Intanto, già domenica - annuncia - alcuni negozi, in occasione della Festa della Donna, praticheranno uno sconto benvenuto a ragazze e signore». Infine, si dice «scettico sull'uso di mascherine e guanti da parte dei commessi, perché non rientrano nelle misure previste dal Governo o dalla Regione, quindi, è fuori luogo, visto che in questo momento dobbiamo attenerci a ciò che sono le restrizione, senza diffondere altro panico». Eppure in qualche negozio, qualche dipendente ne è provvisto.
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 6 Marzo 2020, 05:01
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