Simona Romanò
«La cura per la salvezza delle anime non può prescindere

Simona Romanò
«La cura per la salvezza delle anime non può prescindere dall'impegno di tutelare la salute dei corpi» in tempo di Covid.
Da qui, la decisione della diocesi ambrosiana che prevede da lunedì 20 l'obbligo del green pass nelle sue parrocchie per preti, coristi, catechisti, sacerdoti, ministri straordinari della Comunione, educatori dei doposcuola o delle scuole per stranieri. Le nuove norme, valide soltanto per i maggiorenni, sono contenute nel decreto del vicario generale monsignor Franco Agnesi, che di fatto recepisce le indicazioni della Cei, anticipando però i tempi: tampone o vaccino (oppure guarigione da meno di 6 mesi) sono richiesti per attività ecclesiastiche «dove è più alto il rischio di contagio come la visita degli ammalati (salvo i casi di persone in punto di morte), la distribuzione della Comunione, gli incontri di catechismo, le attività educative e didattiche gestite dalle parrocchie». In una nota, la Curia ha spiegato che però «non sono previste misure per verificare sistematicamente o a campione». Tutto poggia, quindi, sul senso di responsabilità e «tutti coloro che sono interessati dalle nuove direttive dovranno firmare un'autodichiarazione», sacerdoti esclusi, «perché hanno già un particolare dovere di obbedienza».
I fedeli, tuttavia, continueranno a entrare in chiesa liberamente. E riprenderanno le «processioni a piedi», sempre nel rispetto delle misure anti-virus: i partecipanti dovranno mantenere la distanza di un metro dagli altri e indossare «sempre la mascherina anche se il percorso sarà interamente all'aperto». «Compito della comunità cristiana è adottare tutte le misure necessarie a ridurre quanto più possibile il rischio del contagio, sempre nel rispetto della libertà dei singoli», spiega monsignor Agnesi nel decreto.
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Settembre 2021, 05:01
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