Simona Romanò
I bambini cinesi di ritorno dal loro paese per il Capodanno

Simona Romanò
I bambini cinesi di ritorno dal loro paese per il Capodanno entrano regolarmente in classe. Nessuna quarantena per loro a Milano. Lo ha deciso il Comune o in contrasto con quattro presidenti di regione - del Veneto, del Friuli Venezia Giulia, del Trentino Alto Adige e del lombardo Attilio Fontana - che hanno chiesto in una circolare al ministero della Salute di prevedere «14 giorni di isolamento per chi rientra dalla Cina, da applicare anche ai bimbi delle scuole».
«Non vogliamo alimentare allarmismo - ha ribadito senza giri di parole l'assessore all'Educazione Laura Galimberti - anzi continueremo a diffondere una corretta informazione per evitare fake news e pregiudizi. Perché è questo che la scuola deve fare». Quindi, «gli istituti comunali continuano ad attenersi alle indicazioni del ministero che, per quello che riguarda la gestione dell'attività scolastica, non prevede in questo momento misure specifiche. Se non quelle utili a prevenire e limitare i contagi dell'influenza stagionale».
A indignarsi per la proposta dei presidenti è un fronte numeroso di genitori. «Non è giusto», dicono le mamme all'uscita dell'elementare e media Giusti D'Assisi, nel cuore della Chinatown, dove sono iscritti 160 bimbi orientali. E dove, entro il fine settimana, è previsto il ritorno dalla Cina di alcuni alunni che erano partiti per il Capodanno cinese. Il preside dell'istituto ha esposto un avviso sul cancello: «Non ci sono motivi per escludere gli studenti. Abbiamo spiegato cosa fare e in quali casi». I commenti viaggiano sulle chat utilizzate dalle madri per scambiarsi opinioni: «Siamo fuori dal mondo», dicono. Anche le maestre rassicurano i ragazzi. A intervenire è poi l'assessore regionale alla Sanità Giulio Galera: «Non c'è bisogno di alcuna quarantena per i bambini, ma hanno fatto bene i governatori a porre il problema».
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 5 Febbraio 2020, 05:01
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