Salvatore Garzillo
Nel profondo nord, in quell'area compresa tra Seregno, Giussano,

Salvatore Garzillo
Nel profondo nord, in quell'area compresa tra Seregno, Giussano, Desio e Mariano Comense, il cognome dei Cristello apriva tutte le porte. O le chiudeva, a seconda delle esigenze. Quella famiglia, finita in molte inchieste sulla criminalità organizzata dalla storica operazione «Infinito», si è trasferita dalla Calabria ormai generazioni fa trasformando la zona tra Cabiate e Seregno nella sua base operativa, quasi un regno dove i Cristello comandavano indiscussi. Soprattutto nel mondo della security dei locali notturni.
«Chiamo il direttore del locale e gli dico: non ti permettere di fare venire un altro da Milano a lavorare dove ci siamo noi, perché tu il venerdì apri, il sabato sera veniamo noi, ti tiro giù tutta la sicurezza e tutti i buttafuori, e chiudi» - si sente in una intercettazione finita nelle carte della nuova inchiesta che ieri si è conclusa con l'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip di Milano (su richiesta della Direzione distrettuale antimafia) nei confronti di 22: 16 in carcere, 4 agli arresti domiciliari, 2 all'obbligo di dimora. Ieri mattina i carabinieri del Nucleo Investigativo del gruppo di Monza e della compagnia di Cantù hanno eseguito il provvedimento nelle province di Monza e Brianza, Como, Lecco, Reggio Emilia, Macerata, e Reggio Calabria, durante le perquisizioni sono state trovate armi di vario tipo.
Tra le attività criminali accertate c'è un intenso traffico di cocaina e marjiuana, estorsioni (aggravate dal metodo mafioso) e il recupero crediti tra privati, ovviamente con percentuale sulla cifra intascata: «Vi sparo dai c... fino alla gola e ve li faccio saltare al cervello... questo è poco ma sicuro», spiega senza troppi giri di parole uno degli intercettati, che riferendosi a un debitore aggiunge: «Gli sparo quattro colpi in testa, gli faccio saltare il cranio... quindi prendilo e me lo porti a Verano, a Carate, dove vuoi tu».
Ma il fulcro dell'indagine è certamente la gestione della security nei locali della movida, in particolare allo «Studio Polaris» di Carate Brianza e al «Club Modà» di Erba. Del resto sono loro a dirlo in una telefonata: «Lo sai, dietro al lavoro della sicurezza in Brianza c'è sempre qualcuno...» e in genere era proprio la famiglia calabrese, che negli anni ha anche subito qualche perdita. È il caso di Rocco Cristello, uno dei capi della locale di Seregno-Giussano, ucciso nel 2008 in un agguato a Verano Brianza al ritorno dal campo di calcetto.
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 12 Giugno 2020, 05:01
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