Salvatore Garzillo
Il fermo è stato convalidato dal gip, c'è ufficialmente

Salvatore Garzillo
Il fermo è stato convalidato dal gip, c'è ufficialmente il nome dei due presunti assassini di Edgar Luis Calderon Gonzales, il peruviano di 32 anni aggredito e ucciso la sera del 2 giugno scorso all'interno del parco Lambro.
Restano in carcere Isais Vladimir Diaz Garrido e David Walter Landaverde Montoya, rispettivamente di 26 e di 28 anni, entrambi salvadoregni con precedenti per tentato omicidio in due diverse vicende, entrambi affiliati alla gang Barrio 18. Gli investigatori della squadra mobile li hanno individuati nella notte tra giovedì e venerdì scorso partendo dalle immagini delle telecamere del parco che li hanno ripresi mentre salivano su un'auto. Hanno analizzato migliaia di vetture finché si sono presentati ai loro appartamenti in zona Stadera e Bovisa. Garrido ha provato a nascondersi nel cassone del divano: i suoi famigliari si erano seduti sopra nella speranza che i poliziotti non controllassero anche lì dentro.
Il profilo criminale dei due non deve trarre in inganno: la morte di Gonzales non rientra in dinamiche di guerre tra bande, il peruviano era arrivato in Italia da poco, era incensurato e totalmente estraneo alle pandillas. Si è trovato nel posto sbagliato, al momento sbagliato, in condizioni sbagliatissime.
Quel giorno la vittima aveva partecipato a una grigliata al parco con un gruppo di persone, aveva bevuto tanto, quando si è allontanato assieme a due amici era ubriaco e lungo il viale ha incrociato i due sconosciuti. Li univa la lingua spagnola. In qualche modo è iniziata una discussione, gli amici di Calderon hanno tentato di calmare la situazione ma i salvadoregni lo hanno colpito con calci e pugni, intimando gli altri di non avvicinarsi. Quando il 32enne era ormai privo di sensi, lo hanno spinto nelle acque basse del fiume che attraversa il parco. Il corpo è stato portato via rapidamente dalla corrente, sparendo nel buio alla vista di uno dei due amici, diventato poi testimone chiave dell'indagine. Alla Mobile il testimone ha descritto i due sudamericani, dicendo che avevano anche portato via il cellulare della vittima, il cui corpo è riemerso cinque giorni dopo a un paio di chilometri di distanza. L'autopsia non ha evidenziato ferite dovute a lame o altre armi. L'ipotesi è che l'uomo, stordito dalle botte, sia morto annegato.
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 19 Giugno 2019, 05:01
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