Rita Vecchio
Navigli, ore 18. Il giorno dopo il nuovo decreto antivirus. No aperitivi.

Rita Vecchio
Navigli, ore 18. Il giorno dopo il nuovo decreto antivirus. No aperitivi. No cene fuori. E la Milano da bere si spopola, rispetta le regole e torna a casa. Sedie e tavolini portati via. Ombrelloni chiusi. Tendoni riavvolti. Serrande che si abbassano. Insegne che si spengono. Ma i baci resistono. Qualcuno non resiste e si abbraccia, si tiene per mano. C'è chi si fa i selfie al tramonto sul ponticello della Darsena. Coppie che camminano all'ombra di una normalità che stride con tutto quanto attorno. Chi si copre con la mascherina, chi porta i guanti in lattice, chi guarda attonito. Incredulo. Sarebbe l'ora dell'happy hour in una domenica normale. E invece, sembra notte fonda. Sembra un film. Dell'orrore. È spettrale. La gente che durante la giornata di ieri era uscita con il sole a fare la spesa o a passeggiare nei parchi, sparisce. Non solo ai Navigli.
CORSO COMO Se da Porta Genova si prende la metropolitana, anche qui deserta, direzione Garibaldi e ci si sposta dall'altra parte, è lo stesso scenario. In corso Como, che per movida ha da insegnare al mondo, equazione perfetta di cocktail, moda e design, non c'è nessuno. Qualche ambulante che cerca di vendere accendini e gli ultimi mazzetti di mimose per la festa delle donne, qualche turista, pochissimi milanesi. E ristoranti chiusi. Tutti. Chef che si sono attenuti alle norme. «Le misure adottate dal governo sono più che giuste, per la salute di ospiti e dipendenti - commenta Lorenzo Sirabella, chef pizzaiolo super premiato del Dry di via Solferino - Noi ci siamo adattati senza remora. Certo, siamo preoccupati per l'impatto economico». C'è chi pensa alla possibilità del delivery, come il siciliano Tommaso Cannata della Bakery I Compari in zona Risorgimento. «Chiudere alle 18 è un danno, ma se contribuisce a migliorare la situazione che ben venga. Proveremo con il portare a casa le ordinazioni, sperando che funzioni. Abbiamo deciso di restare qui, di non tornare in Sicilia in modo irresponsabile, con il desiderio che Milano torni a essere quella di prima». Ed è anche take away per il ristorante giapponese Wicky's Cuisine «antitodo - secondo lo chef Wicky Priyan - al momento in cui la socialità è ridotta».
STAZIONE GARIBALDI Deserto anche alla stazione Garibaldi: i treni partono per tutte le destinazioni, ma di gente agli arrivi e partenze non ce n'è. Stessa cosa in Moscova. Stessa cosa in corso Garibaldi. Dove però si trova chi balla forsennatamente. Con lo stereo a tutto volume. Da solo. Quasi a volere esorcizzare.
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Marzo 2020, 05:01
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