Paaola Pastorini
Vittorio Gregotti, prima vittima illustre del Coronavirus. L'archistar,

Paaola Pastorini
Vittorio Gregotti, prima vittima illustre del Coronavirus. L'archistar, 92 anni, si è spento ieri mattina alla clinica san Giuseppe dove era ricoverato con la moglie da due giorni per una polmonite.
Gregotti, figlio di un industriale tessile della provincia di Novara, laureato al Politecnico di Milano e allievo di Nathan Rogers, è stato un maestro dell'architettura del Novecento.
Intellettuale a tutto tondo, progettista fortunato e fecondo, ha firmato dal criticato quartiere Zen di Palermo («La mia grande sfida persa») a quello applauditissimo per il Teatro degli Arcimboldi a Milano, agli stadi di Genova e di Barcellona, il nuovo edificio universitario alla Bicocca di Milano, il quartiere residenziale di Shangai, i tanti piani urbanistici. Gregotti spiegava la sua idea di architettura, la lontananza dalle archistar, il rifiuto per la cosiddetta «architettura della meraviglia», della sfida «a chi fa il grattacielo più alto». Per lui non era così: «l'architettura così come io la concepisco è qualcosa in cui i materiali con cui si lavora non sono solamente il mattone, il cemento armato, sono anche i materiali che rappresentano una sintesi della propria memoria, dei propri desideri».
Nel 1974 fondò la Gregotti Associati, è stato anche docente di architettura a Venezia, Milano e Palermo. Tra i suoi numerosi interventi si contano, per esempio la risistemazione di Potsdamer Platz a Berlino, il Gran Teatro Nazionale di Pechinoe della Chiesa di san Massimiliano Kolbe, a Bergamo. Su Facebook è stata aperta una pagina pubblica in suo ricordo.
Tanti i colleghi che lo piangono da Stefano Boeri a Renzo Piano. I messaggi di cordoglio anche dalle istituzioni milanesi e da quelle italiane dove aveva progettato spazi e monumenti.
riproduzione riservata ®

Ultimo aggiornamento: Lunedì 16 Marzo 2020, 05:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA