Milano ha fretta, troppi in strada

Giammarco Oberto
Parchi, Navigli, Darsena, piazza Duomo, vie dello shopping: le strade ieri si sono popolate come non si vedeva da i primi di marzo. A Milano è andata in scena la domenica del liberi tutti, la prova generale per l'apertura di oggi. Marciapiedi gremiti con un colpo d'occhio da era pre-Covid. Tutti con le mascherine, quasi a raccogliere l'invito fatto da Conte esplicitamente ai lombardi nella diretta di sabato sera: «Voi state particolarmente attenti».
Ieri la città era tutta un cantiere: serrande a mezz'asta nei negozi e personale al lavoro per pulire, sanificare, sistemare la merce. Ancora più in corsa i parrucchieri e i ristoratori, rimasti appesi fino all'ultimo a un'ordinanza regionale in attesa di firma. Sulla carta aprono oggi a Milano 2200 negozi di abbigliamento, 700 di calzature, 2900 parrucchieri, 4800 bar e 3400 ristoranti. Ma un terzo - secondo un sondaggio di Confcommercio - non lo farà.
Per sottolineare il momento delicatissimo, ieri il sindaco ha fatto il suo videomessaggio dalle guglie del Duomo. «Domani anche Milano proverà a ripartire quasi totalmente, tutti dobbiamo capire che c'è una nuova strada da percorrere, un passo alla volta con prudenza e attenzione ma senza perdere un'occasione per ridare linfa e vita alla nostra città». E ha rivelato un insospettabile afflato mistico: «Ci rivolgiamo alla Madonnina che da lassù continua a guardare a tutta la città per dirle che noi tutti stiamo cercando di fare bene, stiamo provando a riaccendere la città con prudenza e attenzione verso gli altri, tu non farci mai mancare il tuo sguardo». E sui social è stato subito boom di condivisioni e commenti. Con immediato accostamento all'esibizione dei rosari di Matteo Salvini.
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 18 Maggio 2020, 05:01
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