Massimiliano Leva
Primo assioma: il piacere della musica è sempre soggettivo.

Massimiliano Leva
Primo assioma: il piacere della musica è sempre soggettivo. Secondo assioma: la musica abita ciascuno di noi. Qual è allora il problema? Prova a spiegarlo Franco Mussida, fondatore della PFM e del CPM Music Institute, con un nuovo libro Il pianeta della musica (Salani Editore), che presenta stasera al Mondadori Megastore di Duomo.
Mussida, ogni musica dunque è bella?
«Il concetto non è quello, ma come noi ascoltiamo la musica».
Si spieghi.
«Quello che racconto nel libro e che c'è per così dire una parte musicale fatta di suoni, timbri armonie e poi c'è una parte nell'ascolto diciamo legata al nostro temperamento: malinconico, entusiasta, romantico. Ecco: possiamo emozionarci solo il tempo dell'ascolto e poi tornare al resto, oppure cercare di capire quello che ascoltiamo».
Proviamo a fare un esempio: ci spieghi la differenza tra la musica dei Beatles e quella di Fedez.
«La grandezza dei Beatles sta nel fatto che scrissero canzoni seguendo una struttura romantico melodica che dalle radici blues innestò radici celtiche. Una melodia è la cosa più naturale all'orecchio. Fedez, come tutti i rapper, invece scrive una musica che si vede con gli occhi, che fa forza sul gioco parola-ritmo».
Questo assolve anche la musica rap?
«Certo, credo che un artista come Mahmood abbia davvero talento. Oggi le radici arabe orientali nella musica colorano le canzoni con suoni ed elementi etnici di tutto rispetto».
Come è possibile allora conciliare i gusti e le mode generazionali?
«Insegnando ai giovani come capire e fruire la musica. La mia generazione è stata fortuna. Noi fruivamo canzoni con i sensi. Poi dagli anni 80 tutto si è spostato anche agli occhi, al modo di vivere. Ma l'importante è ascoltare anche con il cuore e l'anima».

Ultimo aggiornamento: Giovedì 11 Aprile 2019, 05:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA