Marco Zorzo
Stringiamoci a Conte (Antonio), siam pronti alla morte: ma dov'è

Marco Zorzo
Stringiamoci a Conte (Antonio), siam pronti alla morte: ma dov'è la vittoria? Già, quei tre punti in blocco belli e dimenticati per l'Inter. Che pure ieri a Bergamo con l'Atalanta, si è dovuta accontentare di spartirsi la pagnotta domenicale.
Alla zuccata di Lautaro Martinez poco prima dell'ora di gioco, ha replicato Miranchuk (quasi) al crepuiscolo della contesa. Intendiamoci, un pari con la Gasp-band in trasferta ci può stare, ma preoccupa l'involuzione interista. Soprattutto quella dell'ex ct, che non sembra più azzeccare una scelta vincente. Cambi in ritardo e molta confusione nelle idee.
Questa è l'impressione che abbiamo raccolto al termine della disfida di ieri. A proposito: Inter lumachina nelle ultime cinque giornate, dove ha raccolto sei punti. Una sola vittoria, a Marassi con il Genoa (impresa non del tutto storica). Il derby perso con il Milan (doppio Ibra, ricordate?), quindi tre pari: Lazio, Parma (in rimonta) e Atalanta, appunto. Media da salvezza tranquilla (ma non troppo), altro che scudetto.
D'accordo, il cammino è ancora lunghissimo, ma i punti persi strada facendo finora non sono un dettaglio da sottovalutare. E con un altro dato inquietante: la miseria di tre vittorie nelle prime 10 partite. Tanto che sui social i tifosi nerazzurri hanno preso di mira Antonio Conte e hanno rilanciato l'hashtag #ConteOut. Etichettato dal popolo nerazzurro come anti-calcio, sempre più lontano dall'amore dei propri tifosi.
Al termine della contesa ecco il Conte (Antonio) furioso: «Reazione dopo Madrid? Non è così, perché in Champions non siamo mancati sotto l'aspetto della prestazione o caratteriale, ma solo per il risultato. Oggi (ieri, ndr) abbiamo fatto lo stesso contro l'Atalanta, un'altra squadra forte e anche per loro è stato difficile giocare contro di noi. Abbiamo avuto anche stavolta l'occasione per chiudere la partita, ci sta mancando l'istinto del killer che ci permette di portare a casa la vittoria».
Altro Conte-pensiero: «Se ci manca il furore agonistico? Dico a queste persone di togliersi il vino e l'ammazzacaffè dalla tavola. L'Inter nel giro di un anno è tornata a far paura. Noi però dobbiamo essere bravi a gestire le situazioni e questo lo devono fare i calciatori. Perché non c'è l'allenatore in campo. Bisogna anche sempre tenere conto della forza degli avversari, l'Atalanta ha difensori molto duri e prima qui bisognava venire con l'elmetto mentre oggi (ieri, ndr) non è stato così. Dopo il gol c'è stato un attimo di sbandamento e questo non deve accadere». Amen.
CAOS NAZIONALI - «C'è un forte rammarico: invoco l'intervento del ministero dello Sport. Questa situazione è iniqua, porta a un'alterazione della regolarità delle competizioni». Così Beppe Marotta, ad dell'Inter, interviene sul caso degli stop non uniformi della Asl ai convocati dalle nazionali: a Roma una Asl ha fermato quelli giallorossi, l'altra ha dato via libera ai laziali. «È assurdo che le ASl si comportino in modo diverso da Roma 1 o Roma 2, o da Milano a Firenze - ha aggiunto Marotta - Fermo restando che ci sono i protocolli rigidi e che giustamente tutti dobbiamo rispettarli, c'è la zona d'ombra nella mancanza di centralità di questa gestione: e ogni Asl diventa centrale nella gestione dei club. Diventa ancor più di rilievo il mio allarme di qualche giorno fa, con la richiesta di ridurre gli impegni delle nazionali».
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 9 Novembre 2020, 05:01
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