Mamma Isis, la Procura chiede 5 anni

Salvatore Garzillo
È pentita ma non collabora. Questo il quadro di mamma Isis, nome d'inchiesta di Alice Aisha Brignoli, la 42enne partita da Bulciago, Lecco, nel dicembre 2015 per unirsi ai miliziani dell'Isis assieme al compagno e ai suoi tre figli che avevano 6, 4 e 2 anni (ai quali si è aggiunto un quarto nato nei territori del Califfato). Ieri al processo in abbreviato i pm Francesco Cajani e Alberto Nobili hanno chiesto una condanna a 5 anni per terrorismo internazionale. La dissociazione dalla mentalità del Daesh da parte di Alice Brignoli sarebbe arrivata con la morte del marito 35enne Mohamed Koraichi (italiano di origini marocchine), scomparso durante la detenzione in un carcere di massima sicurezza in Siria.
Rimasta vedova la donna, diventata Aisha, ha capito di non avere grandi possibilità per il futuro e attraverso una delicata opera di diplomazia è stata recuperata nel campo profughi di Al-Hawl, in Kurdistan. Giunta in Italia i quattro figli sono stati affidati a una comunità e lei non ha mai fornito elementi utili agli investigatori dell'antiterrorismo. Secondo il suo difensore, l'avvocato Carlotta Griffini, non ci sono elementi che provino la partecipazione all'attività terroristica; per questo ne ha chiesto l'assoluzione. Brignoli sostiene di essere stata raggirata, o meglio illusa, dalle parole dei miliziani che le promettevano un paradiso in terra, ma che nella realtà si è rivelato ben altro.
La decisione è attesa per l'11 maggio.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 5 Maggio 2021, 05:01
© RIPRODUZIONE RISERVATA