Il virus blocca gli aperitivi: bar chiusi alle 18

Simona Romanò
Milano ai tempi del Coronavirus. È una città in clausura forzata, semideserta: ieri, primo giorno di ordinanze, era irriconoscibile dal mattino, ben lontana dell'immagine consueta, ovvero quella della metropoli degli affari, effervescente, caotica. E quando scatta l'ora dell'happy hour è brulicante di persone di ogni età, dai ragazzi ai meno giovani.
BAR CHIUSI Dalle 18 i locali di svago, dai bar ai pub, hanno abbassato le serrande, nel rispetto dei provvedimenti. Le luci si sono spente in tutta la città a trasmettere un senso di desolazione, con la musica e gli aperitivi in quarantena per almeno una settimana. «La settimana più complicata sarà questa, colpa anche della psicosi», dichiara Fabio Acampora, vicepresidente di Epam. Le istituzioni «in una scala da 1 a 10 fissa a 8 il livello di preoccupazione per le attività di bar e ristoranti e per le intere zone della movida», sempre super affollate. Epam incontrerà tutti i suoi affiliati per fare il punto.
MEZZI DI TRASPORTO Metropolitane, tram e metrò circolano regolarmente, ma i mezzi sono semivuoti anche all'orario di punta del mattino. Idem i convogli dei treni diretti a Milano e i pochi viaggiatori indossano le mascherine. Oppure si sono avvolti una sciarpa intorno al viso e quasi stentano a parlare anche all'edicolante. Spettrale l'aspetto della Stazione Centrale, dove ieri mattina erano chiusi i bar, mentre sui monitor degli arrivi dei treni scorreva il vademecum del ministero della Salute.
DUOMO Dal Duomo alla Triennale, alla Pinacoteca di Brera. Milano ha chiuso il suoi luoghi simboli con i turisti che non li possono visitare. In Duomo si entra uno alla volta per una preghiera solitaria, ma nessun tour alla Cattedrale. Non è esattamente la visita al Duomo che i gruppi di stranieri, arrivati anche dagli Stati Uniti, aveva programmato, ma la vigilanza all'esterno è inflessibile. I turisti nella piazza, che è il cuore pulsante di Milano, si possono contare, con i militari a controllare: anche loro con mascherine e guanti.
MERCATI SCOPERTI Le bancarelle sono e saranno in strada. Da Baggio a San Marco, da Prealpi a Moretto da Brescia. «Come sempre - assicura Giacomo Errico, presidente del'Apeca, l'Associazione degli ambulanti - Chiudere per noi non avrebbe avuto senso e non solo perché siamo all'aperto, ma anche perché va dato un segnale positivo»
UFFICI Tutti aperti, ma chi può e non ha urgenze preferisce rimandare. Due o tre persone alla volta in quasi tutti gli uffici postali.
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Ultimo aggiornamento: Martedì 25 Febbraio 2020, 05:01
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