Il capo ultrà del Milan Luca Lucci è «socialmente pericoloso»

Il capo ultrà del Milan Luca Lucci è «socialmente pericoloso»
Il capo ultrà del Milan Luca Lucci è «socialmente pericoloso» e deve rimanere fuori dai «Comuni di Milano e Sesto San Giovanni» per tre anni, oltre a «mantenersi ad almeno 3 chilometri di distanza» dagli stadi di tutta Italia. Lo scrivono i giudici della Sezione misure di prevenzione, presieduta da Fabio Roia, nel provvedimento di 94 pagine con cui ieri è stata disposta anche la confisca di beni a suo carico, che erano già stati sequestrati: un tesoretto in beni immobili stimato in circa 1,2 milioni di euro: decisamente troppi per uno che ufficialmente fa l'elettricista. Proventi del monopolio dello spaccio di droga nella Curva Sud, secondo la procura.
Tra i beni confiscati c'è una villetta di due piani, con autorimessa e piscina, in costruzione a Scanzorosciate (Bergamo), diversi conti correnti, 11 Rolex e un'Audi Q5. E poi il bar del Clan 1899, locale storico di ritrovo degli ultrà della curva sud milanista, a Sesto San Giovanni. Un locale che, secondo i giudici Roia-Tallarida-Pontani, era anche «base operativa per riunioni» su traffici di droga, in cui sarebbe stato coinvolto lo stesso Lucci, capo ultrà di 38 anni diventato noto anche per essere stato fotografato il 16 dicembre 2018 con l'allora vicepremier Matteo Salvini in occasione della festa per i 50 anni della Curva Sud.
Lucci, pluripregiudicato, è stato già coinvolto in diverse indagini su aggressioni e droga. Tra le altre cose, venne arrestato nel 2009 e condannato per lesioni gravissime per un pugno al volto sferrato al tifoso interista Virgilio Motta, che perse la vista e poi si suicidò.(G.Pos.)
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Ultimo aggiornamento: Mercoledì 22 Luglio 2020, 05:01
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