Francesca Binfarè
Calvino (Niccolò Lavelli) è tornato con un nuovo

Francesca Binfarè
Calvino (Niccolò Lavelli) è tornato con un nuovo disco, Astronave madre, e una serie di video. Il lavoro è nato a Milano, i video nella chiesa San Vittore e i 40 martiri al Corvetto.
Cosa si trova in questa Astronave madre?
«L'ho scritto in 4 anni, dopo l'esordio di Gli elefanti. È in contrasto con il disco precedente, che era un'esplosione: avevo un'altra età e quindi in quel momento ero proiettato verso il mondo e il futuro. Gli elefanti erano la metafora di cose da lanciare nel mondo, che giravano per la tangenziale o per Milano e la bloccavano. Ora è come andassi a riprendere queste parti che avevo lanciato in giro per riappropriarmene. Il brano Astronave madre è ultimo che ho scritto, mi ha spiegato di cosa parlava il disco: invece di scappare dal passato ci sono tornato sopra per capirlo».
Milano è la sua astronave madre, in un certo senso?
«Ha influenzato le canzoni. Per esempio, La bambina cinese l'ho composto quando vivevo in zona Paolo Sarpi; E tu quando abitavo all'Ortica. È un quartiere sempre in espansione, forse il mio preferito. La città è sempre stata presente perché qui sono cresciuto e ho abitato in almeno cinque o sei quartieri».
Ha girato cinque video nella chiesa del Corvetto. Perché?
«Il Corvetto non è il mio quartiere ma la chiesa ci ha colpiti perché sembra un po' un ambiente post apocalittico, si sposava bene con l'atmosfera malinconica del disco e anche con la pandemia. L'abbiamo scelta come rifugio più che di luogo culto (tanto è vero che abbiamo ripreso come sfondo le porte di ingresso e non l'altare): quando abbiamo girato eravamo in piena quarantena e quello era praticamente l'unico posto dove si potesse suonare».
Nella foto di Ludovica Leonardi: da sinistra Marco Giacomini, Calvino e Tommaso Spinelli.

Ultimo aggiornamento: Mercoledì 5 Maggio 2021, 05:01
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