Dimarco vuol dire fiducia: piccoli nerazzurri crescono

Dimarco vuol dire fiducia: piccoli nerazzurri crescono
Alessio Agnelli
Dimarco, l'interista tutto punizioni, cross e talento sulle orme di Marcelo. Nelle vene sangue nerazzurro, sulla pelle la maglia dell'Inter quasi tatuata, «perché sono nato e cresciuto a Milano e in questa società», insieme ai brividi per il primo centro (lo scorso 12 settembre, a Marassi, contro la Samp) con i colori della Beneamata, «un'emozione davvero incredibile, anche per i tanti sacrifici che ho affrontato fin da quando ero piccolo».
Ai microfoni di Dazn, Federico Dimarco si è raccontato a 360°, partendo dalla lunga rincorsa (5 anni a farsi le ossa tra Ascoli, Empoli, Sion, Parma e Verona) a un posto fisso nell'Inter dei grandi, dopo 11 anni di cantera e «le tante cose a cui ho dovuto rinunciare per arrivarci - ha sottolineato il classe 97 nerazzurro -. Per l'Inter ho fatto anche il raccattapalle. E sono veramente felice di essere tornato a casa definitivamente. Sono interista dalla nascita, andavo in curva, i tifosi mi coccolano, la mia famiglia è di Milano e per me è davvero un onore giocare con questa maglia. Il gol alla Samp? Ha significato tanto per tutti questi motivi».
Aumentando anche fiducia e minutaggio da parte di Simone Inzaghi. Numeri alla mano, 11 presenze su 11 tra campionato e Champions, 5 da titolare, 6 da subentrante, una rete e 2 assist (entrambi nel 6-1 al Bologna) già a referto. E, in più, la specialità della casa: i calci da fermo. «Li provo fin da quando ero a Empoli - ha chiosato Dimarco -. Dopo gli allenamenti mi fermo molto spesso e calcio una decina di punizioni, perché voglio sempre migliorare».
Quindi i cross, personalizzati e sempre ben calibrati, a Dzeko e Lautaro, a Correa e Sanchez, «tutti attaccanti molto forti. A Edin e Lauty cerco di darla più alta, mentre al Nino e al Tucu cerco sempre di metterla rasoterra».
Quanto al modello da seguire, invece, nessun dubbio: «Mi piacciono molto i giocatori tecnici, mi piace il talento, il miglior Marcelo del Real per me era inarrivabile» ha concluso Dimarco, il nuovo che avanza.
Di esperienza, garra e tecnica il contributo di Arturo Vidal, redivivo e già proiettato sul derby d'Italia con la Juve. «Sono contento per il gol allo Sheriff, quest'anno ho fatto la preparazione e mi sento al 100%. Bonucci dice che l'anno scorso abbiamo vinto il titolo per demeriti loro? Domenica c'è Inter-Juve, una prima possibilità di rivincita: vediamo chi è il più forte. Io sono pronto...» .
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 21 Ottobre 2021, 05:01
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