«Da questo bus non uscirete più»

«Da questo bus non uscirete più»
«Adesso vi farò fare un bel viaggetto e da qua non scenderete più». Prima di mettersi al volante diretto all'aereoporto di Linate, Ousseynou Sy, l'autista 50enne di origine senegalese che il 20 marzo ha dirottato un bus carico di ragazzini, aveva avvisato i suoi ostaggi. Il loro destino era segnato e a bordo, come ha raccontato nell'udienza di ieri la bidella Tiziana Magarini, che quel giorno li accompagnava con due professori, «tutti si aspettavano la morte».
Solo l'intervento dei carabinieri, che sono riusciti a bloccare il bus a San Donato Milanese, ha salvato i 50 allievi della scuola media Vailati di Crema, che Sy voleva bruciare vivi. E solo la prontezza della bidella, che non ha legato tutti gli allievi e ha lasciato ad alcuni il cellulare, e il coraggio di due 13enni, Adam e Ramy, che hanno chiesto aiuto, ha fatto sì che la vicenda non finisse in tragedia.
La donna è stata costretta dall'autista ad aiutarlo, sotto la minaccia di un coltello e di una pistola. I professori e la bidella hanno cercato un dialogo con Sy, ma l'uomo li ha legati, poi ha cosparso il bus di benzina e ha oscurato i finestrini. Infine, ha innestato la marcia verso Milano. Non prima, però, di aver chiamato un interlocutore al qual parlava, ha raccontato la Magarini, «in una lingua straniera». Unica parola comprensibile, Linate, che ripeteva di continuo. Nel tragitto da Crema alle porte di Milano, l'autista «brontolava tra sé e sé, diceva di bambini morti in mare».
Durante quel viaggio «irreale», mentre la bidella tentava di tenere calmi i ragazzi, uno di loro, Adam, è riuscito a chiamare i carabinieri spiegando dove si trovava il bus, mentre un altro, Ramy, fingendo di pregare in arabo, ha dato l'allarme al padre, sempre per telefono. Entrambi, per aver salvato i compagni e i professori, hanno ottenuto la cittadinanza italiana.(V.Gol.)
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Ultimo aggiornamento: Martedì 12 Novembre 2019, 05:01
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