Ci sono voci che passano attraverso stili e scelte interpretative, ma in questo
Una di queste voci è, senza dubbio, quella di Mietta. L'artista di origini tarantine, da tempo milanese adottata, è attesa domenica al Blue Note in un intrigante duetto col pianista genovese Dado Moroni, veterano del miglior jazz italiano. Un incontro fortunato, quello tra i due artisti, che intende portare sul palco del club di via Borsieri un repertorio dove jazz, pop e world music si incontrano felicemente. Per Mietta, una delle signore della canzone italiana, non è la prima volta nel jazz club milanese, un salotto dove le belle voci e i bei suoni si accomodano volentieri.
Come nasce la collaborazione con Dado Moroni?
«Ci conosciamo da molti anni, per motivi che prescindono dalla musica: lui è marito di una mia cara amica. Ma la verità è che la reciproca stima musicale ci ha avvicinati. Abbiamo scoperto di avere alchimia, e mi onora il fatto che un grande jazzista come lui dica di amare molto la mia voce».
Che tipo di repertorio porterete al Blue Note?
«Il senso è quello di sfidarci, di litigare quasi, in modo giocoso, tra accordi e disaccordi: io artista del pop, lui del jazz più rigoroso. Passiamo da Chick Corea a Gino Paoli, da Gilbert Bécaud a un classico come Cry Me a River, interpretato in passato da grandi voci come quella di Ella Fitzgerald».
La musica che vive di contaminazioni è quella che mette radici salde.
«Per l'appunto. Non dimentichiamo poi che il jazz, come dice sempre Moroni, negli anni Venti e Trenta andava in radio, era musica popolare, solo successivamente divenne di nicchia. L'unica regola è fare le cose bene. Difatti io sono cresciuta ascoltando il pop e il rock di Queen e Prince, ma anche Sarah Vaughan».
Quale musica la intriga oggi?
«Ne ascolto tanta, anche grazie a Spotify che, per molti versi è stato un problema per noi artisti, ma per altri versi aiuta a ricercare novità».
Rap e trap imperanti: ma di voci dal timbro originale come il suo ce ne sono?
«Ho un figlio che cresce a vista d'occhio e che ascolta di tutto, e attraverso lui ascolto qualcosa. Non voglio fare la veterana chiusa alle novità: qualcosa di buono c'è. Mi piace molto Madame, ad esempio: la sua voce ha certo qualcosa da dire».
Tarantina adottata da Milano: vive bene da milanese?
«Milano mi ha dato tutto. Non ho perso i contatti con la mia Taranto ma a questa città ho dedicato perfino una canzone: Milano è dove mi sono persa».
Progetti all'orizzonte, oltre ai live?
«Un disco nuovo, atteso per fine dicembre e progetti in tv di cui è presto parlare».
Ultimo aggiornamento: Venerdì 17 Settembre 2021, 05:01
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