Bimba pestata, anche la zia tra gli orchi

Bimba pestata, anche la zia tra gli orchi
Quando gli agenti del nucleo tutela donne e minori della polizia locale l'hanno arrestata, aveva già in mano un biglietto di sola andata per il Cairo e tutta la sua roba chiusa in un bagagli pesanti 200 chili. Stava per fuggire in Egitto la zia della bambina di 3 anni e mezzo i cui genitori - due egiziani di 29 anni che hanno altri quattro figli - sono in carcere dall'inizio di giugno per presunti maltrattamenti sulla piccola.
La donna, A.M., 30 anni, detenuta a San Vittore in attesa di processo, è accusata di aver partecipato alle violenze sulla bambina, presa di mira perché ha un deficit cognitivo. Le indagini degli uomini del comandante Marco Ciacci hanno fatto emergere nei confronti della 30enne un quadro indiziario di gravi maltrattamenti fisici e psicologici ai danni della nipote, commessi sia nella casa di famiglia, sia durante il ricovero in ospedale prima che la minore fosse sottratta alla potestà genitoriale.
Prima di quel momento la donna dava il cambio al cognato nell'assistenza alla piccola ricoverata: nelle telefonate con la sorella, A.M. descrive più volte le azioni compiute contro la nipote, tra cui pizzicotti, tentativi di soffocamento, capelli strappati, oltre ad altri tipi di violenza per costringere la bambina a vomitare e congetture su tentativi di soffocamento e avvelenamento. Papà, mamma e zia chiamavano la piccola «la scimmia». Le intercettazioni sono agghiaccianti: «Odio mia figlia, ho un rifiuto per lei - diceva la madre al marito - l'annegherò, la picchierò di continuo. Le ho anche spezzato un braccio. Non sopporto neppure la sua voce, brutta scimmia».(G.Pos.)
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Ultimo aggiornamento: Giovedì 18 Luglio 2019, 05:01
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