Angela Calzoni
Nessuna traccia di radioattività sul corpo di Imane Fadil.

Angela Calzoni
Nessuna traccia di radioattività sul corpo di Imane Fadil. A questo risultato hanno portato i test del pool di esperti guidato dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo, di cui facevano parte medici, esperti di fisica nucleare, che hanno seguito una serie di precauzioni indicate dai vigili del fuoco. Nell'istituto di medicina legale di piazzale Gorini il lavoro è andato avanti fino a tarda sera. I carotaggi sugli organi della modella hanno richiesto ore e ore.
La domanda è sempre la stessa: che cosa ha ucciso la modella marocchina di 34 anni, morta il primo marzo con il fegato e i reni disintegrati, testimone nel processo Ruby ter sulle cene eleganti a Arcore? Gli esami si sono concentrati sulla eventuale presenza di raggi alfa, che possono essere rilasciati da metalli pesanti e che sono letali. Adesso l'ultima parola spetta al Centro ricerche Casaccia dell'Enea vicino a Roma, che dovrà escludere definitivamente che quelli trovati nei tessuti di reni e fegato di Imane fossero isotopi radioattivi.
Domani con ogni probabilità verrà eseguita l'autopsia. L'obiettivo dei medici legali è capire perché la modella, che durante il ricovero aveva detto ai conoscenti di essere stata avvelenata, avesse nel sangue concentrazioni elevate di metalli pesanti. Le analisi hanno rilevato la presenza di cadmio, antimonio, molibdeno, cromo e cobalto fino a cento volte superiori alla norma, anche se non letali. La 34enne, però, nel mese di degenza all'Humanitas è stata sottoposta a molte trasfusioni che le hanno ripulito il sangue. Solo analizzando gli organi interni sarà possibile stabilire quali fossero le concentrazioni originarie. E soprattutto se Imane sia stata avvelenata. Non è esclusa una terza pista: quella della morte naturale per una grave malattia autoimmune che avrebbe progressivamente mandato in tilt tutti gli organi.
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Ultimo aggiornamento: Venerdì 22 Marzo 2019, 05:01
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