Alessio Agnelli
MILANO - Mistero-Eriksen: dal Paese delle favole alla dura realtà

Alessio Agnelli MILANO - Mistero-Eriksen: dal Paese delle favole alla dura realtà
Alessio Agnelli
MILANO - Mistero-Eriksen: dal Paese delle favole alla dura realtà di Milano con mister Conte. Un sogno chiamato Inter e fortemente voluto nella finestra di mercato di gennaio dal 27enne danese, per liberare di nuovo estro e fantasia all'ombra della Madonnina, come non gli capitava da tempo con il Tottenham di Pochettino e Mou (anche se Conte puntava su Vidal del Barça).
Ma, per Christian Eriksen, la fretta forse è stata cattiva consigliera o, quantomeno, fonte di ostacoli imprevisti, e sottovalutati, nelle prime tre settimane agli ordini di Antonio Conte, un perfezionista e ligio al dogma dello step by step, anche nei processi di inserimento e senza eccezioni al tema. Nemmeno per il talento di ghiaccio di Middelfart, colpo ad effetto della campagna-acquisti invernale e fiore all'occhiello di Suning, ma relegato per ora ad un ruolo di comprimario dall'ex ct, in attesa di giusta collocazione in campo.
I numeri in nerazzurro dicono, infatti, 5 gare su 5 (3 in A, 2 in Coppa Italia) dal debutto dello scorso 29 gennaio contro la Fiorentina per i quarti di Tim Cup, ma quasi tutte da subentrante (unica gara da titolare a Udine il 2 febbraio: 58') e per un minutaggio complessivo di 136'( su 450'), recuperi (17') esclusi.
Molto meno di quanto Eriksen non venisse coinvolto, a dispetto di un contratto in scadenza a giugno, da Pochettino prima e da Mourinho poi nelle fila degli Spurs, con 25 gare disputate (12 da titolare), 1387 minuti in campo (su 2.250), 3 gol e 3 assist. Ma l'occasione giusta, per il danese, potrebbe arrivare già dopodomani, in Bulgaria, nell'andata dei sedicesimi di finale di Europa League contro il Ludogorets.
E nelle vesti di trequartista, suo ruolo naturale, in un 3-4-1-2 disegnatogli addosso da Antonio Conte. Già punto fermo dello scacchiere del salentino, invece, Ashley Young, in rete all'Olimpico: «Siamo dispiaciuti di aver perso con la Lazio, soprattutto in una partita così importante per la testa della classifica - la chiosa dell'ex United a Sportmediaset -. Ci sono ancora tanti punti e tante gare da giocare, dobbiamo saper reagire». Un po' come Samir Handanovic, alla Pinetina per bruciare le tappe dall'infortunio e rispondere presente già domenica sera (con il Ludogorets ancora Padelli) al Meazza contro la Samp.
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Ultimo aggiornamento: Martedì 18 Febbraio 2020, 05:01
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