Salta la stretta sugli sgomberi, il Viminale non risarcirà i privati

Salta la stretta sugli sgomberi, il Viminale non risarcirà i privati

di Simone Canettieri
dal nostro inviato
AMBURGO Salta la linea dura sugli sgomberi degli immobili occupati e dal Campidoglio tirano un sospiro di sollievo. Nel maxi emendamento al dl sicurezza spuntano due norme che, seppur per motivi diversi, riescono a mettere d’accordo M5S e Lega. Con un risultato: annacquano il provvedimento. E lo rendono meno efficace quando dovrà essere applicato.

Da una parte infatti sarà previsto che l’intervento delle forze dell’ordine nei palazzi occupati potrà essere “differito” in attesa che gli abusivi accettino una soluzione alternativa proposta loro dai servizi sociali (la linea del M5S, soprattutto a Roma); dall’altra “vengono esonerati il ministero dell’Interno e i suoi organi periferici dalla responsabilità civile e amministrativa per la mancata esecuzione” dei provvedimenti.

LE POSIZIONI
Una frenata, per Confedilizia, nonostante la circolare dello scorso settembre emanata dal ministro dell’Interno Matteo Salvini andasse verso una soluzione totalmente opposta. Attaccano dall’associazione di categoria: «Così si evitano il danno erariale e la responsabilità ai funzionari dei ministeri derivanti dalle recenti sentenze che hanno stabilito il sacrosanto diritto dei proprietari al risarcimento derivante dall’occupazione abusiva degli immobili e soprattutto attribuisce ai prefetti e ad altre autorità amministrative il potere di differire, sulla base di una serie di elementi extragiuridici il momento della liberazione degli immobili».

Un cambio di approccio rispetto a quanto deciso dal ministro Salvini lo scorso 1° settembre con una circolare che andava ad aggiornare quella del predecessore Marco Minniti. Il titolare dell’Interno e vicepremier, infatti, due mesi fa aveva previsto la necessità di procedere con gli sgomberi «con la dovuta tempestività, rinviando a una fase successiva ogni valutazione in merito alle altre istanze». Traduzione: prima saranno liberati i palazzi, poi si troverà una soluzione per chi da anni li occupa.

Tempo sessanta giorni e al Viminale c’è stata una vera e propria virata. In un primo tempo era stato il senatore leghista Stefano Borghesi, relatore del provvedimento, a presentare questi emendamenti soft al dl-sicurezza, ma non sono stati ammessi dalla commissione Bilancio. Usciti dalla finestra, sono rientrati ieri dalla porta perché fanno parte del testo sul quale il governo ha posto la questione di fiducia.

Nel provvedimento viene confermato l’inasprimento delle pene (da 2 a 4 anni di reclusione) per chi invade “terreni ed edifici altrui” ma poi si costruisce un dedalo di passaggi burocratici che bloccano l’efficacia degli sgomberi. Si legge infatti all’articolo 31 bis che “il prefetto, qualora ravvisi la necessità di un piano per i soggetti deboli, dovrà istituire una cabina di regia”. L’organismo, composto anche da Comune e Regione, dovrà cercare una soluzione alternativa per gli occupanti. Qualora non ci fosse scatterà il differimento dell’intervento che può durare fino a un anno.

La notizia è stata commentata dal Campidoglio, in trasferta ad Amburgo per il viaggio della memoria, con soddisfazione perché permette di non creare bombe sociali, per dirla con la sindaca Raggi e con l’assessore Laura Baldassarre, ma allo stesso tempo rischia di bloccare pratiche già molto lente e complesse. Nella Capitale sono 90 le situazioni monitorate che aspettano risposte legalitarie da anni.

LE RESPONSABILITÀ
Ancora più controverso l’aspetto che riguarda le responsabilità del ministero e delle prefetture nel caso di mancati sgomberi. Lo scorso luglio il Viminale è stato condannato dal giudice a risarcimenti milionari nei confronti dei proprietari di palazzi occupati. A Roma c’è stato il caso dell’ex fabbrica Fiorucci sulla Prenestina, per esempio. Con questa norma il ministero non correrà più rischi basta che sia appurata la mancanza di alternative alloggiative per “le fragilità sociali” che abitano dentro gli stabili. In compenso viene creato un fondo di 2 milioni di euro a ristoro dei privati. Commentano da Confedilizia: «Così si vanificano le recenti sentenze con le quali è stato riconosciuto ai proprietari il diritto di risarcimento del danno e in compenso sarà corrisposta un’indennità che non garantirà il rispetto dei reali danni subiti. I diritti di proprietà vengono calpestati in due modi da questo decreto sicurezza».

Ultimo aggiornamento: Giovedì 8 Novembre 2018, 10:59
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