Parrucchieri e bar, ipotesi riaperture regionali il 18. Conte: «Negozi, valutiamo di anticipare le date»
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L’11,4% non apre perché non è economicamente vantaggioso mentre l’1,7 % rimane chiuso per la paura del contagio. La tipologia di attività incide leggermente sulla decisione di svolgere l’asporto o meno, a rinunciare, infatti, sono più i bar dei ristoranti (il 51,9% non aprirà contro il 42,5%). Per l’83% l’asporto riguarderà sia bevande che cibi e prevarrà, per effetto delle ordinanze regionali, la prenotazione telefonica (81%), seguita da quella online (53,7%). Per la maggioranza delle imprese l’asporto era poco o per nulla rilevante per il proprio business ma oggi il 54,6% confida che la quota di fatturato generata da questa attività sarà destinata a crescere. Il personale dipendente richiamato in servizio non supera il 10% di quello in forza prima del lockdown. La maggioranza di coloro che fanno asporto (78%) utilizzerà un apposito packaging ed il 67% ha affiancato l’asporto al delivery. «Siamo consapevoli che il solo asporto e delivery non rendono bar e ristoranti autosufficienti», dice Roberto Calugi, dg della Fipe, «servono aiuti subito a fondo perduto per riaprire in sicurezza».
Ultimo aggiornamento: Giovedì 7 Maggio 2020, 09:48
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