Contratto governo Lega-M5S, al Sud dimenticato resta solo il sussidio
di Andrea Bassi
LE RIVENDICAZIONI
Ma se un capitolo Sud non c’è, La Lega, che pure ha cancellato dalle sue insegne la dizione «Nord», è riuscita a difendere gli interessi settentrionali, che nel contratto di programma hanno trovato decisamente sfogo. Basta leggere il capitolo sulle autonomie. «Sotto il profilo del regionalismo», dice il programma, «l’impegno sarà quello di porre come questione prioritaria nell’agenda di governo l’attribuzione, per tutte le Regioni che motivatamente lo richiedano, di maggiore autonomia in attuazione dell’art. 116, terzo comma, della Costituzione, non ultimo portando a conclusione le trattative tra Governo e Regioni attualmente aperte. Il riconoscimento delle ulteriori competenze», si legge ancora, «dovrà essere accompagnato dal trasferimento delle risorse necessarie per un autonomo esercizio delle stesse». Lombardia e Veneto hanno già votato i loro referendum autonomisti e sono al tavolo con l’attuale governo, non amico, per ottenere competenze e risorse. Il nuovo governo, nella sua componente leghista, è pronto a fare da sponda. Ma qual è la principale richiesta arrivata da Lombardia e Veneto, quella su cui è stata costruita tutta la campagna referendaria? Trattenere in quelle due Regioni il cosiddetto «residuo fiscale», il surplus di tasse pagate dai cittadini delle due Regioni rispetto al finanziamento dei servizi. Un surplus che oggi viene redistribuito verso le Regioni del Mezzogiorno che invece hanno un deficit. Non è una questione da poco. Così come non lo è un altro punto segnato da Matteo Salvini: la regionalizzazione dei concorsi per assumere docenti e una corsia preferenziale di quelli «legati al loro territorio».
POCHE CONCESSIONI
Per il Mezzogiorno, in realtà, c’è poco perché c’era poco nello stesso programma elettorale del Movimento Cinque Stelle, nel quale un capitolo sul Sud non era presente. C’è il «Reddito di cittadinanza», i 780 euro al mese ai poveri che andrà per la maggior parte al Sud (si stimano 13 miliardi su 17), ma senza investimenti, infrastrutture, servizi pubblici decenti, sarà difficile creare quel lavoro che pure dovrebbe essere offerto a chi ottiene il sussidio. Sussidio che la Lega ha imposto, almeno nelle ultime bozze, che fosse a tempo. C’è un capitolo sul turismo, con la creazione di una strutture statale per rilanciarlo, l’introduzione di aiuti fiscali, una web tax turistica per chi fa concorrenza sleale oltre all’abolizione della tassa di soggiorno. C’è la futura banca degli investimenti, ma da nessuna parte è scritto che servirà a finanziare il recupero del gap infrastrutturale tra le due aree del Paese.
Ultimo aggiornamento: Venerdì 18 Maggio 2018, 00:00
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