Bankitalia torna nel mirino: asse tra M5S e renziani

Banche, il governo si spacca sulla commissione d'inchiesta

di Marco Conti
ROMA Ci risiamo, ma stavolta non è un solo partito della maggioranza a scagliarsi contro Bankitalia, ma due. Italia Viva e M5S hanno duellato per tutto il pomeriggio di ieri persino sul nome del decreto di salvataggio della Popolare di Bari. Su una cosa sembrano essere però d'accordo: perché la Banca d'Italia, con i suoi poteri ispettivi, non ha avvisato prima dei comportamenti dei vertici della Banca Popolare di Bari. All'attacco a via Nazionale si unisce dall'opposizione Matteo Salvini che rilancia la riforma di Palazzo Koch messa a punto dal precedente governo gialloverde e, per mettere ancor più in difficoltà Di Maio, si dice pronto a votare anche Elio Lannutti alla presidenza della Commissione Banche.

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Un vortice di polemiche che resta fuori dal Consiglio dei ministri di ieri sera, convocato la seconda volta in due giorni dopo le polemiche assenze di venerdì sera di grillini e renziani. Stavolta il presidente del Consiglio si cautela e invia la bozza del decreto per il salvataggio della Popolare di Bari qualche ora prima, in modo che tutti i partiti possano esaminare il testo finale prima della riunione. Stavolta M5S e IV non disertano la riunione, ma proseguono a scontrarsi perché secondo i renziani il decreto parla della nascita di una banca d'investimento quando invece si tratterebbe di un salvataggio molto simile a quello fatto dai governo Renzi e Gentiloni, ai quali i grillini devono chiedere scusa». Oggi l'ex segretario del Pd, e leader di IV, parlerà al Senato in occasione delle dichiarazioni di voto sulla manovra di Bilancio, e tornerà sul tema rinnovando le critiche espresse a suo tempo sull'operato di via Nazionale e sui vertici dell'Istituto riconfermati da Paolo Gentiloni, malgrado la contrarietà del suo predecessore a palazzo Chigi. Di Maio non è da meno e, oltre a rilanciare la commissione d'inchiesta sulle banche, chiede di avere i verbali delle ispezioni per sapere se ci siano stati «omessi controlli».

Il Pd, che a febbraio dello scorso anno votò l'istituzione della Commissione, osserva con irritazione lo scontro tra alleati e l'attacco all'autonomia di Bankitalia che finirà col coinvolgere anche la Consob, i cui vertici sono stati cambiati dal governo M5S-Lega. Raccontano al Nazareno che Nicola Zingaretti è pronto anche alla crisi se non otterrà un chiarimento. I Dem spiegano che, oltre ad essere contrari a mettere nel tritacarne Bankitalia, questa sera alla riunione di maggioranza, convocata da Conte per affrontare i nodi prescrizione e autonomie, Dario Franceschini andrà giù duro con gli alleati. Ma anche con Conte che i Dem accusano di non sapersi imporre su IV e M5S. Per questi ultimi «ogni occasione è buona per scontrarsi», ragionano i Dem, «malgrado sia stato Renzi a volere questo governo» e i 5S «temano il voto più della peste, il rischio di andare ad elezioni a primavera prendo sempre più corpo».

Secondo un ministro Dem in vena di previsioni, è difficile fare previsioni sulla durata di un governo sorretto da «un partito che rincorre la propaganda dell'ex alleato» e un altro «mosso dal rancore» e «in perenne regolamento di conti». Senza contare che il tentativo di far partire la commissione banche - ferma da febbraio perché ancora senza presidente dopo la bocciatura dei senatori Paragone e Lannutti - nel pieno delle polemiche e nel bel mezzo di un salvataggio, non aiuta la credibilità di un Paese dove la politica, e non il lavoro della magistratura, mette in discussione l'autonomia della propria banca centrale. A suo tempo il presidente della Repubblica Sergio Mattarella tenne ferma la legge istitutiva della commissione d'inchiesta per un mese, salvo poi accompagnare la firma da una lettera nella quale si fissavano precisi paletti. «Occorre evitare - scriveva Mattarella nel marzo scorso in una lettera al Parlamento - il rischio che il ruolo della commissione finisca con il sovrapporsi, quasi che si trattasse di un organismo ad esse sopra ordinato, all'esercizio dei compiti propri di Banca d'Italia, Consob, Ivass, Covip, Banca Centrale Europea. Ciò urterebbe con il loro carattere di Autorità indipendenti, sancito da norme dell'ordinamento Italiano e da disposizioni dell'unione Europea».
Ultimo aggiornamento: Lunedì 16 Dicembre 2019, 07:13
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