La cura di se stessi passa anche dalla pelle

La cura di se stessi passa anche dalla pelle

Ancora troppo spesso sottovalutata, la Dermatite Atopica trova oggi risposte più concrete

Contenuto a cura di Piemme SpA Brand Lab in collaborazione con PFIZER

Prurito intenso e incessante, dolore, insonnia, autoisolamento, stress e stigma sociale. In Italia, sono oltre 35.000 i pazienti costretti a convivere con tutto ciò a causa della dermatite atopica moderata-severa. Patologia infiammatoria cronica e recidivante della pelle, la dermatite atopica condiziona pesantemente la vita dei circa 2 milioni di persone che, a diverso livello, ne soffrono nel nostro Paese.

Insieme ad asma allergico, rinosinusite e congiuntivite, la dermatite atopica rientra nel concetto più ampio di atopia, problematica che interessa ben un terzo della popolazione a livello mondiale e che fa riferimento a una predisposizione ereditaria del sistema immunitario a rispondere in maniera esagerata e incontrollata a stimoli ambientali comuni.
 

Come si manifesta la dermatite atopica

Considerata una malattia poligenica, in cui il prodotto delle mutazioni geniche interagisce con vari fattori ambientali, dal punto di vista del sistema immunitario è identificata come una reazione di ipersensibilità da contatto.

Può comparire fin dai primi anni di vita, pur rimanendo non contagiosa né infettiva, con un sintomo ricorrente su tutti: il prurito. Nella fase acuta si manifesta tramite lesioni, sotto forma di vescicole essudative molto pruriginose, rosse, spesse o a chiazze squamose; nella fase cronica, il grattamento e lo sfregamento danno luogo a lesioni squamose secche. Nei neonati, questi “sfoghi” si manifestano solitamente sul viso, sul cuoio capelluto, sul collo, ma anche sulle palpebre e sulle superfici estensorie delle estremità. In bambini e adulti, le lesioni si presentano sulle superfici flessorie come il collo, le fosse antecubitali e poplitee.
 

Fattori scatenanti della dermatite atopica

Queste problematiche vengono accentuate da fattori esterni e ambientali quali ambienti secchi o caldo-umidi, sudore, inquinamento dell’aria, indumenti di lana, stress emotivi, utilizzo di saponi aggressivi, eccessivi lavaggi e stafilococco. Il tutto comporta sovente anche infezioni batteriche secondarie o virali. Spesso, la situazione migliora entro i cinque anni di età, anche se sono possibili riacutizzazioni frequenti nell’adolescenza e in età adulta.

I soggetti maggiormente a rischio sono le donne, ma anche chi ha una storia di famigliarità e chi soffre di asma e altre allergie. La diagnosi è esclusivamente clinica e, pur non esistendo un test specifico, attraverso i test per le allergie di tipo I si può arrivare a confermare una diatesi atopica.
 

Il ruolo del microbiota

Le ricerche recenti sul tema hanno evidenziato un possibile ruolo del microbiota intestinale e cutaneo come fattore coinvolto nella dermatite atopica. Alcuni meccanismi che causano l’infiammazione tipica delle malattie croniche della pelle sarebbero, infatti, proprio legati a squilibri tra le diverse popolazioni di batteri che popolano sia l’intestino, sia la pelle.

Nelle persone con dermatite atopica questo squilibrio causa un aumento della permeabilità della barriera intestinale, lasciando le porte aperte ad agenti infettivi e patogeni che, a loro volta, provocano un’attivazione della risposta immunitaria innescando l’infiammazione. Discorso simile per il microbiota cutaneo, che ha un ruolo importante nella funzione di barriera cutanea e le cui variazioni e squilibri sarebbero associate all’insorgenza della dermatite atopica.
 

Un’emergenza sociale

Oltre alle problematiche fisiche, però, un aspetto assolutamente da non sottovalutare quando si parla di dermatite atopica è legato alle sue ricadute a livello psicologico. La patologia, infatti, non solo si fa “sentire”, ma si fa anche vedere e, specie in età adolescenziale, può portare a notevoli difficoltà e disagi, talvolta invalidanti, che vanno dall’ansia alla depressione e che potrebbero sfociare in bullismo e isolamento sociale.

Per una persona che soffre di dermatite atopica, infatti, anche azioni normali come un bagno al mare o in piscina, fare jogging e passeggiare in un parco, possono diventare attività sconsigliabili. Per comprenderne appieno il reale impatto sulla vita di tutti i giorni di chi è costretto a conviverci, basti pensare che nel 2013 il Global Burden of skin disease study l’ha classificata come una delle patologie cutanee con il più alto livello di disabilità.
 

Come si cura la dermatite atopica

Insomma, un problema concreto e assolutamente da non sottovalutare, con risvolti critici e importanti e da trattare sotto osservazione medica specialistica anche attraverso l’impiego di accortezze nella vita di tutti i giorni, a cominciare da una cura meticolosa della pelle.

Tra gli accorgimenti primari rientrano anche il limitare la frequenza e la durata dei lavaggi, usare acqua tiepida, tamponare non sfregare la pelle dopo il lavaggio, usare saponi delicati e applicare creme idratanti sempre consigliati dal dermatologo. Gli antistaminici orali possono aiutare a lenire il prurito, ma occorre anche operare per ridurre i propri livelli di stress.

Il primo passo per affrontare al meglio la malattia è quello di una stretta collaborazione tra paziente e dermatologo, con quest’ultimo che deve permettere all’assistito di prendere piena coscienza del problema e fare proprie le basi per un trattamento consapevole e attento delle terapie. Agire quindi in modo personalizzato e mirato in base alle necessità di ogni specifico paziente risulta fondamentale.
 

L’impegno di Pfizer

Fortunatamente in questo campo la ricerca medica ha fatto passi importanti nell’ultimo decennio, arrivando a mettere a disposizione dei pazienti innovative terapie. Tra gli attori di questo cambiamento, un ruolo importante lo gioca Pfizer, da sempre impegnata nelle patologie infiammatorie croniche per sviluppare e rendere disponibili innovazioni terapeutiche in grado di portare cambiamenti concreti nella vita dei pazienti.

Per questo motivo, e per farsi sempre trovare accanto alle necessità dei pazienti, Pfizer continuerà a operare anche nei prossimi anni nel segno della scienza per dare risposte concrete a chi soffre di dermatite atopica, collaborando con tutti i soggetti coinvolti in prima persona nel cambiamento: dalle istituzioni alle associazioni pazienti.

Un percorso fondamentale che punta a garantire un omogeneo accesso alle cure, supportare il dialogo tra i diversi attori e inserire la dermatite atopica nel Piano nazionale della cronicità (Pnc) e tra le patologie comprese nei Livelli essenziali di assistenza (Lea) anche alla luce dell’elevato impatto che essa determina nel vissuto quotidiano del paziente.

La campagna “Dermatite Atopica – Riparti dalla tua pelle”

A questo proposito, Pzifer ha avviato in collaborazione con ANDeA – Associazione Nazionale Dermatite Atopica Onlus l’importante campagna informativa di sensibilizzazione e prevenzione “Dermatite Atopica – Riparti dalla tua pelle”, con l’obiettivo di accrescere la consapevolezza intorno al problema e sulla gestione dei sintomi. Un’iniziativa che invita i pazienti a non lasciarsi sopraffare dalla patologia e a rimettere se stessi al centro: tenendo sotto controllo la malattia, infatti, si può vivere con più serenità la propria quotidianità e, perché no, anche coltivare senza vergogna o tabù nuovi hobby e passioni.

Sul sito www.pfizer.it è possibile trovare informazioni e approfondimenti sulla patologia e sulla sua gestione, oltre a un decalogo di buone abitudini e un quiz per imparare a conoscere meglio la dermatite atopica.
 

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PP-UNP-ITA-3142
 

Quanto scritto sopra è da considerarsi informazione divulgativa e qualunque modalità di gestione e terapia è da intraprendersi solo ed esclusivamente dietro indicazione medica.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 20 Dicembre 2023, 11:26