La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo condanna l'Italia per inquinamento

La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo condanna l'Italia per inquinamento

Tortorella (Consulcesi): “Da Europa un messaggio positivo anche per i nostri 600 mila richiedenti: forti analogie con la nostra azione collettiva Aria Pulita”

Contenuto a cura di Piemme SpA Brand Lab in collaborazione con CONSULCESI HOMNYA S.R.L.

In un momento storico senza precedenti, la Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha emesso una sentenza che condanna l'Italia per la gestione inadeguata di un problema di inquinamento ambientale legato ai rifiuti.

Il caso, portato avanti da residenti di alcune città campane colpiti da un'emergenza rifiuti protrattasi dal 1994 al 2009, si è concluso con una sentenza della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo (Corte EDU, Sez. I, 19 ottobre 2023 n. 35648/10) che evidenzia la responsabilità delle istituzioni nell'assicurare il diritto fondamentale di ogni cittadino di vivere in un ambiente sano. 

I giudici europei hanno infatti condannato l’Italia, riconoscendo che l’esposizione all’inquinamento ambientale causata da una crisi nella gestione dei rifiuti aveva reso i cittadini più vulnerabili a varie malattie, violando le norme di sicurezza.
 

Secondo Massimo Tortorella, Presidente di Consulcesi, la sentenza rappresenta un momento cruciale nell'assegnazione delle responsabilità alle istituzioni, anche in assenza di danni immediati alla salute, confermando il percorso intrapreso dalle istituzioni europee per rafforzare ulteriormente le politiche di tutela ambientale messe in atto dagli Stati membri.

«Dall'Europa continuano ad arrivare messaggi concreti e forti alle istituzioni nazionali, chiamate ad assumersi la responsabilità di garantire a ogni cittadino il diritto fondamentale di vivere in un ambiente sano – ha commentato Tortorella – la vera novità legislativa risiede nel fatto che non è stato necessario, per condannare l’Italia, dimostrare la sussistenza di danni nel caso concreto, ma sono stati portati a supporto numerosi ed autorevoli studi scientifici che hanno evidenziato tutti i potenziali pericoli di un’esposizione prolungata a fattori inquinanti».
 

Consulcesi è un’azienda da anni impegnata in ambito legale nella difesa dei diritti degli operatori sanitari e ora è scesa in campo a tutela della salute dei cittadini con la più grande azione collettiva a tutela dell’ambiente ‘Aria Pulita’.

“Questa storica sentenza rappresenta un messaggio positivo anche per i nostri 600 mila richiedenti all'azione collettiva Aria Pulita. – aggiunge quindi Tortorella – che chiedono non solo un risarcimento per il tempo in cui si è stati esposti ad aria inquinata, ma anche politiche mirate da parte delle istituzioni mirate a rendere più sano l'ambiente in cui viviamo».
 

Partecipazione e informazioni sull'azione collettiva

Per aderire all'azione collettiva Aria Pulita, è sufficiente dimostrare, attraverso un certificato storico di residenza, di aver vissuto dal 2008 al 2018 in uno o più dei 3.384 comuni italiani coinvolti. Questi sono gli stessi comuni per i quali la Corte di Giustizia Europea ha multato l'Italia per violazione dei valori soglia di polveri sottili e biossido d'azoto.

Con oltre 40 milioni di persone idonee a richiedere un risarcimento attraverso l'iniziativa legale di Consulcesi, ulteriori informazioni su come partecipare sono disponibili sul sito web dedicato: www.aria-pulita.it.


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 6 Dicembre 2023, 09:35