Produzione sportiva convertita: ecco le mascherine ricondizionabili
di Giovanni Piva
L'idea è stata di creare un presidio di protezione quotidiana sia in questo momento di emergenza che in prospettiva di un ritorno alla convivenza sociale, lavorativa e ricreativa, studiato per limitare il più possibile i disagi dall'uso prolungato. Un capo-barriera che protegga adeguatamente la respirazione ma che non sia usa-getta, ma sia riutilizzabile e ricondizionabile cioè dopo un primo utilizzo. L'uso di fibre tecniche ha portato l'azienda vicentina a ideare un tessuto composto di tre differenti strati, ritrattabile con un lavaggio a 60° ed un passaggio di vapore di un normale ferro da stiro, permettendo così di avere una mascherina pulita e sanificata ogni giorno. Il vantaggio è anche ambientale, evitando i problemi di smaltimento delle mascherine monouso. Come per ogni capo di abbigliamento sportivo, i materiali sono studiati anche per essere anallergici e traspiranti, ma senza assorbire liquidi dall'esterno.
Ultimo aggiornamento: Domenica 5 Aprile 2020, 16:37
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