Tragedia di Jesolo. Riccardo, il lavoro e il calcio. Poi l'amore con Giorgia
di Fabrizio Cibin
DOLORE SOCIALTanti i commenti consegnati ai social, da parte di amici e conoscenti. «Non riesco ancora a crederci è il pensiero di Francesco sarebbero infinite le parole per raccontare tutto quello che abbiamo fatto insieme. Fin da bambini non riuscivamo a stare un giorno senza vederci. Sei stato la mia anima gemella e anche se ci siamo persi negli ultimi anni, rimarrai sempre il nostro sbirro. Non te ne andrai mai, sarai sempre nel mio cuore e in quello di tutti. Grazie di tutto Riky: non è un addio ma un arrivederci. Fratello mio riposa in pace». «Ed ora... bisogna andare avanti... bisogna affrontare la vita a testa alta come dicevi tu... La vita è proprio ingiusta, se ne vanno sempre i migliori... Figli di carabinieri si nasce non si diventa!», aggiunge Federico.
Il papà Marco era giunto a San Donà nel 1989; solo una parentesi a Mestre di cinque anni, a metà degli anni Novanta, e poi il ritorno in riva al Piave. La mamma Romina presta servizio volontario al bar dell'oratorio Don Bosco. Riccardo lascia anche la sorella più piccola, Ilaria, di 17 anni. «Mancherai a tutti - è il commento di un'amica -, persone come te è raro trovarne. Riposa in pace brother Riccardo, te insieme a tutti gli altri. Prima o poi ci vedremo lassù per bere l'ultima».
Fabrizio Cibin
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Ultimo aggiornamento: Lunedì 15 Luglio 2019, 15:31
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