Corpo di un sub ripescato, riconosciuto il corpo: «È il mio Luigino»

Corpo di un sub ripescato, riconosciuto il corpo: «È il mio Luigino»

di Diego Degan
ADRIA (ROVIGO) - È toccato alla moglie e alla figlia il triste compito di riconoscere il corpo di Luigino Drago, il sub scomparso in mare, sei miglia al largo di Chioggia, otto giorni fa, e ritrovato dalla guardia costiera sabato mattina davanti alla spiaggia di Barricata, a quattro miglia dalla foce del Po di Goro. Il riconoscimento ufficiale, ultimo tassello che ancora mancava in un quadro di sostanziale certezza sull'identità del morto, è avvenuto ieri mattina nell'obitorio dell'ospedale di Chioggia dove la salma era stata trasportata dopo il recupero. In attesa di un'eventuale autopsia, su cui deciderà il magistrato, l'attrezzatura da sub (la muta, una bombola di ossigeno, i pesi, ecc.) che Drago indossava ancora al momento del ritrovamento è stata trattenuta dalla guardia costiera per effettuare i controlli che potrebbero servire a chiarire la dinamica dell'incidente che è costato la vita al 68enne adriese. 
 
MALORE FATALEIn questo momento l'unica cosa certa è che Drago ha avuto un malore. Infatti, risalendo rapidamente dall'immersione che stava effettuando nella zona delle Tegnùe, ha fatto in tempo a dire all'amico, che lo aspettava in barca «Aiuto, mi sento male» e poi si è inabissato. Resta da capire se abbia avuto il malore mentre era sott'acqua e sia risalito per quello, o se sia stata una risalita troppo veloce a causargli il malore che gli ha impedito di raggiungere la barca. 
Altro dubbio, per ora irrisolto, è se non avesse o non abbia fatto in tempo ad azionare il gav, il salvagente per sommozzatori che può essere gonfiato in misura maggiore o minore per mantenere l'assetto a una certa profondità o per galleggiare in superficie. 
SUB ESPERTOIn ogni caso Luigino Drago era un sub esperto che, da molti anni, praticava la zona e ciò che gli è accaduto, con ogni probabilità, è una combinazione di circostanze sfortunate, ma non così improbabili. Tredici anni fa, infatti, il 35enne Maurizio Drago, figlio di Luigino, era morto in circostanze analoghe: in escursione con la fidanzata, che lo attendeva a bordo della barca, non era più riemerso e i soccorsi lo avevano trovato, alcune ore dopo. 
Per Luigino, invece, l'attesa è durata un'intera settimana e si è anche temuto che potesse essere ancor più lunga. La zona delle Tegnùe, infatti, presenta un fondale aspro e roccioso nel quale, il corpo appesantito dalle bombole avrebbe potuto incastrarsi in una posizione introvabile. 
LE RICERCHELe ricerche, condotte in superficie, dall'aria e dai sommozzatori hanno subito trovato l'ostacolo di una elevata torbidità dell'acqua e di alcuni giorni di maltempo che hanno limitato le ore di ricerca. 
Il corpo, però, è stato trascinato via dalla zona impervia dalle correnti più intense del solito, sia per la concomitanza della luna piena, che per l'effetto del vento, ed è finito a una notevole distanza, 25 miglia, dal luogo dell'incidente, per essere avvistato, sabato mattina, da un'imbarcazione di diportisti che hanno subito avvertito le autorità e permesso il recupero della salma. 
Diego Degan 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 23 Settembre 2019, 10:52
© RIPRODUZIONE RISERVATA