L'ex pompiere: «Un botto fortissimo, poi ho pensato solo a salvare Giorgia»

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di Giuseppe Babbo
JESOLO - «Negli occhi di quella ragazza ho visto mia figlia, ho agito d'istinto: l'unico pensiero è stato quello di portarla a riva e metterla in salvo». Le parole, pesate fino in fondo, sono quelle di un residente di via Pesarona, un ex militare ed ex vigile del fuoco. Lui è stato tra i primi ad intervenire sabato notte nel luogo dell'incidente costato la vita ai quattro ragazzi di Musile e San Donà. Ma soprattutto il primo ad entrare in acqua e a salvare Giorgia Diral, l'unica sopravvissuta di questa tragedia. A meno di 48 ore di distanza fatica a dimenticare quei momenti e anche per questo ha accettato di raccontare quanto accaduto ma lontano dai riflettori, evitando strumentalizzazioni e pubblicità. «Ci siamo svegliati nel cuore della notte da un rumore fortissimo racconta ho subito capito che era accaduto un incidente, del resto non è la prima volta che ne accadono in questa strada.  Questa volta però è stato diverso: l'auto era finita in canale». La gravità della situazione si è palesata solo quando l'uomo è uscito di casa e si è avvicinato al canale. Davanti a lui una scena agghiacciante: la Ford Fiesta capottata in mezzo all'acqua, con una ragazza, Giorgia Diral, appena fuori dall'abitacolo aggrappata alla lamiera. «Urlava aiuto continua a dire l'ex vigile del fuoco ho fatto l'unica cosa che andava fatta in quel momento: sono entrato in acqua e l'ho portata a riva, in salvo. Lei continuava ad urlare, diceva che dentro l'auto c'erano i suoi amici, che in tutto erano in cinque. A quel punto sono tornato dentro al canale, cercando di aprire le porte, che però erano bloccate».
GLI ALTRI SOCCORRITORIE in quei drammatici quanto concitati momenti, ad aiutarlo, sono arrivate altre persone. Altri residenti della via e degli automobilisti. Compresi due cittadini albanesi, di passaggio con la loro auto e che appena hanno capito la gravità della situazione si sono gettati in acqua. Senza esitazione. Gli stessi che a dramma compiuto, se ne sono andati nel silenzio, senza proferire parola e che in molti, a partire dai famigliari dei cinque ragazzi, ora vorrebbero incontrare e ringraziare. «Quei due ragazzi hanno agito con una determinazione che ho visto poche altre volte dice sempre il residente di via Pesarona avevano una forza enorme, cercavano in continuazione di aprire le porte della macchina. Urlavano dobbiamo recuperarli, alla fine ci siamo riusciti ma non come volevamo. Io ho agito d'istinto, loro con la forza. Ho anche preso un badile per cercare di rompere un vetro. Sono stati dei momenti molto concitati, non ho avuto nemmeno il tempo di avere paura. In molti si sono attivati per cercare di salvare quei ragazzi. Abbiamo fatto di tutto per riuscirci, ci abbiamo provato fino all'ultimo momento».
IL RECUPEROFino a quando, dopo svariati tentativi, una delle porte dell'auto si è aperta. «A quel punto abbiamo recuperato i ragazzi uno alla volta spiega ancora l'uomo purtroppo senza vita. E' un'immagine che continuo ad avere davanti agli occhi, che non riesco a cancellare. E' stato straziante». E anche per questo il pensiero va a Giorgia: «Ho avuto modo di leggere le parole del padre e il suo ringraziamento continua il residente di via Pesarona credo che al mio posto altri avrebbero fatto lo stesso, al pari di chi è intervenuto assieme a me. Per quanto riguarda Giorgia spero di poterla incontrare e abbracciare: è come se fosse stata mia figlia. Personalmente non mi sento un eroe, ho solo fatto quello che andava fatto in quel momento e lo stesso vale per tutte le persone che sono intervenute». Sullo sfondo rimane una strada molto trafficata, soprattutto nei weekend estivi e spesso al centro di gravi incidenti stradali. «Gli incidenti qui sono quasi all'ordine del giorno conclude anche se in passato va detto che ne accadevano di più. Circa quindici anni fa la strada è stata rifatta e la situazione è migliorata. Questa però rimane l'unica strada per arrivare a Jesolo. Qualche riflessione su come aumentare la sicurezza va fatta».
Giuseppe Babbo
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Ultimo aggiornamento: Mercoledì 17 Luglio 2019, 00:41
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