Mose, arriva l'ordine: «Alzate quelle paratoie». Ma ci sono problemi...

Mose, arriva l'ordine: «Alzate quelle paratoie». Ma ci sono problemi...

di Elisio Trevisan
VENEZIA -  Mentre il giornale stava andando in macchina ieri sera una squadra di trenta persone si stava adoperando per riuscire a sollevare le barriere del Mose. Non tutte: quelle della bocca di Treporti e forse una parte di quella della vicina bocca del Lido. Se saranno riusciti a chiudere Treporti e parte dell'altra, questa mattina la marea eccezionale attesa di 135 centimetri per le 8:55 potrebbe essere ridotta di 30 o 35 centimetri, con la sola barriera di Treporti i centimetri in meno potrebbero essere tra i 5 e i 10.

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LE DIFFICOLTÀ
I problemi da risolvere non erano pochi ma la volontà del Provveditorato interregionale alle opere pubbliche di rispondere alle pressanti richieste di tanti cittadini e imprenditori provati dalle ultime acque alte eccezionali ha permesso di mettere in moto la macchina. Cinzia Zincone, provveditore in pectore, sin dal primo mattino di ieri ha valutato nei minimi dettagli la possibilità di intervenire attivando una serie di consultazioni con responsabili e tecnici, tra i quali Wigwam Venezia, il laboratorio per la residenza e la resilienza nella salvaguardia di Venezia creato da Giovanni Cecconi, ingegnere in pensione del Consorzio Venezia Nuova, già responsabile della control room del Mose che ha confermato l'efficacia di una manovra di sollevamento anche parziale delle barriere per dare una mano a Venezia spossata, e un segnale forte al mondo che deve sapere come la città sta reagendo per rialzarsi senza rinunciare ad attivare il Mose per controllare le maree.
Dopo che la Zincone aveva informato il super commissario del Consorzio Venezia Nuova (Cvn), Elisabetta Spitz, e chiesto con una lettera ai due commissari Fiengo e Ossola di fare tutto il possibile per ridurre la portata dell'acqua alta prevista per questa mattina, in serata la Capitaneria aveva ordinato la chiusura alla navigazione della bocca di Treporti, e i tecnici del Cvn si stavano adoperando per ottenere pure la chiusura di San Nicolò, necessaria nel caso si fosse presentata anche la possibilità di sollevare in tutto o in parte le paratoie lato Lido.

LA SQUADRA
La squadra si è recata a Treporti sin da poco dopo le 22 per avviare le procedure ed essere operativa per sollevare le paratoie appena dopo le 2 di notte in concomitanza con il picco di bassa marea, in modo da far trovare pronta la barriera prima che l'alta marea si presenti, avendo a disposizione l'intera superficie lagunare per accogliere il volume di acqua entrante dalle restanti bocche.
Mentre si trovavano a Treporti hanno valutato la possibilità di alzare anche la barriera di San Nicolò, operazione più complicata perché, mentre Treporti è già stata verificata in tutti i suoi aspetti e mantenuta, a San Nicolò non sono ancora stati nuovamente testati, dopo le prove di sollevamento già effettuate, gli attuatori e gli altri sistemi elettronici che permettono di muovere ogni singolo elemento e valvola e quindi fanno funzionare le barriere.
Il secondo problema è che le verifiche e le pulizie di Treporti sono state portate avanti direttamente dalle imprese del Consorzio, quella di San Nicolò invece è affidata alla società Abb, leader mondiale nelle tecnologie per l'energia e l'automazione negli aeroporti, nei porti e nelle barriere mobili contro le maree come ad esempio a Rotterdam, e i suoi tecnici, se saranno intervenuti in tempo, avranno potuto dar man forte alla squadra del Cvn.

L'ESITO
Il risultato finale di questo enorme lavoro si conoscerà solo questa mattina quando la marea prevista, particolarmente impulsiva, avrà raggiunto il suo apice e si troverà una o due delle quattro bocche chiuse.
Elisio Trevisan
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Ultimo aggiornamento: Martedì 24 Dicembre 2019, 12:09
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