Liste d'attese lunghe anche per i malati di tumore: a rischio la salute dei pazienti oncologici

Liste d'attese lunghe anche per i malati di cancro: a rischio la salute dei pazienti oncologici

di Loris Del Frate

Qualche cosa si muove sul fronte delle liste d'attesa e la cura che l'amministrazione regionale con le aziende sanitarie che governano la sanità sul territorio ha avviato, inizia a dare alcuni frutti. La medicina - in attesa che arrivino i rinforzi sia sul fronte dei medici che degli infermieri a rilanciare la sanità pubblica - è stata quella di inserire nuove strutture private convenzionate per particolari prestazioni come Oculistica, diagnosi per immagini (Tac, Risonanze ed Ecografie) e protesica. I segnali - come detto - iniziano a essere positivi anche se c'è molto da fare soprattutto perchè mancano da recuperare centinaia e centinaia di prestazioni rimaste indietro legate alla pandemia.

PASSO NEGATIVO
Il problema, però, in questo momento è un altro. Si tratta di una emergenza che sta mettendo a serio rischio la salute dei pazienti (a volte anche la vita) e ovviamente sta incrementando la fuga per le patologie oncologiche che sino ad ora, salvo tumori rari o particolari, venivano affrontate nelle strutture regionali, in testa a tutte il Cro di Aviano. I numeri del 2021 che sono stati pubblicati sul Quotidiano Sanità (fonte Agenas, agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali ) sono preoccupanti. E quello che è peggio è che durante il 2022 non sarebbero stati segnalati miglioramenti. Anzi.

ONCOLOGIA
La tabella pubblicata sopra parla da sola e si riferisce alla percentuale di visite di approfondimento e interventi chirurgici per tumori maligni conclamati, che sono state soddisfatte entro 30 giorni.

Ebbene, dai dati Agenas emerge che le strutture sanitarie regionali sono tra le più ingolfate d'Italia e con i tempi di attesa più lunghi. In pratica solo il 73.2 per cento delle prestazioni oncologiche (tumore già diagnosticato) vengono eseguite in regione entro 30 giorni. Questa percentuale si riferisce a strutture pubbliche, mentre scende al 64.9 per le cliniche private sempre regionali anche perchè non ce ne sono molte che si occupano di interventi oncologici complessi. Un dato che fotografa in maniera chiara la difficoltà anche a fronte del fatto che il Veneto, tanto per fare un esempio, entro 30 giorni soddisfa il 97.6 per cento delle prestazioni nella sanità pubblica e il 91 per cento in quella privata. Ma meglio di noi ci sono anche regioni del Sud, come la Puglia, la Sardegna, la Campania, la Calabria e la Sicilia. Praticamente le stesse dalle quali, una volta arrivavano i malati oncologici al Cro di Aviano. Non che ora non ci siano più pazienti del Sud, ma non c'è dubbio che si sono accese tutte le spie di allarme nella nostra regione.

LE IPERBOLI
Per fare alcuni esempi possiamo dire che oramai si sprecano sull'intero territorio regionale le segnalazioni di donne operate al seno che per la mammografia di controllo si sono ritrovate con un appuntamento per la fine del 2023 o addirittura nel 24. È ovvio che cose del genere non possono accadere. La Regione è intervenuta incrementando ulteriormente le mammografie nelle strutture private, ma il problema rimane. Per tutte le altre patologie.

 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 17 Aprile 2023, 21:40
© RIPRODUZIONE RISERVATA