Ponti, viadotti e frane: un incubo «Nel Trevigiano trecento punti neri»

Ponti, viadotti e frane: un incubo «Nel Trevigiano trecento punti neri»

di Mauro Favaro
TREVISO - Ponti, viadotti e frane. Lungo le strade del trevigiano ci sono oltre 300 punti considerati a rischio. Non si tratta di grandi opere, ma di una miriade di piccole strutture sparse in tutta la Marca. Il conto è stato fatto dalla Provincia. E non mancano le preoccupazioni, alimentate anche dal crollo del viadotto dell'autostrada A6 Savona-Torino a causa di una frana. Il Sant'Artemio oggi non riesce a controllare tutto. Servirebbero almeno 4,5 milioni per avviare un monitoraggio costante, in modo da avere il polso della situazione in tempo reale. Attualmente non è possibile. «É un problema serio -avverte Stefano Marcon, presidente della Provincia- le strutture sono tutte datate. Non ce ne sono di recenti. E senza un adeguato monitoraggio non si può essere in grado di capire se e quando diventano a rischio».
 
ROMA TACE DA UN ANNOTra le situazioni che andrebbero tenute sotto stretto controllo ci sono i ponti e i piccoli viadotti delle strade provinciali che passano sopra fiumi e canali. Non ci sono evidenti pericoli di crollo, va detto. Altrimenti l'accesso sarebbe già chiuso. Il vero rischio è di farsi cogliere di sorpresa a causa dell'assenza di monitoraggi approfonditi. Vale lo stesso discorso per le frane nella fascia pedemontana, a partire dagli smottamenti tra Portobuffolè, lungo il torrente Resteggia, e Sarmede, nella frazione di Rugolo, che con l'ultima ondata di maltempo sono peggiorati. Il ministero delle Infrastrutture e dei trasporti, oggi guidato da Paola De Micheli, è già stato informato. Al momento, però, non c'è stata alcuna riposta. Come non c'era stata dall'ex ministro Danilo Toninelli, che dopo il crollo del ponte Morandi a Genova aveva chiesto alla Provincia di fare il punto sulle condizioni delle opere di propria competenza. Poco più di un anno fa il Sant'Artemio rispose segnalando la necessità di intervenire in 11 punti. Per un conto totale di oltre 60 milioni di euro. 
STRADE SOTTO OSSERVAZIONEDi questi, 2,1 milioni servirebbero per lavori di massima urgenza lungo le strade Pedemontana del Cansiglio, che attraversa le frazioni di Sarmede, Rugolo e Montaner, e Generale Giardino, che passa per Borso del Grappa. Sono le due strade più a rischio della Marca. Il pericolo maggiore arriva dalle frane che potrebbero mettere a repentaglio la sicurezza di chi le percorre. Bisogna consolidare quanto prima i muri di sostegno, rinforzare le carreggiate, rivedere la regimazione idraulica e installare nuove reti di protezione paramassi. Per la strada di Sarmede servono 1,3 milioni. Per quella di Borso 800mila euro. Di seguito, c'è il nodo del ponte sul Piave a Vidor. Nell'immediato servono 12 milioni per sistemare i piloni. E poi 40 per costruirne uno nuovo. Tra gli interventi ad alta priorità ci sono anche quelli previsti per la protezione della strada Dorsale del Grappa a Paderno, seguiti dai progetti di consolidamento di tre ponti: quello della Zermanesa, sopra il Sile, a Casale, il ponte sul torrente Teva a Vidor e quello sul fiume Soligo a Susegana. Più il consolidamento di quelli sul Livenza a Meduna e dei due sul canale Brentella a Pederobba. «Il ministero prima ci ha chiesto la ricognizione e poi è rimasto in silenzio: non abbiamo più saputo nulla -conclude Marcon- noi, comunque, continuiamo a fare la nostra parte impegnandoci al massimo nella manutenzione». Fino a dove sarà possibile.
Mauro Favaro
Ultimo aggiornamento: Martedì 26 Novembre 2019, 09:51
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