Picco di ricoveri: l'Usl prepara la mappa dei servizi da tagliare

Picco di ricoveri: l'Usl prepara la mappa dei servizi da tagliare

TREVISO - Venti ricoverati in più solo nell'ultimo fine settimana. L'epidemia da Coronavirus torna a riempire gli ospedali. Sono saliti a 140 i pazienti positivi ricoverati nelle unità Covid del trevigiano. Compresi 10 in Terapia intensiva. E davanti a questi numeri, l'Usl è costretta a tagliare nuovamente le attività ordinarie degli ospedali per recuperare personale. Domani verrà chiusa la Day Surgery del Ca' Foncello: un migliaio di interventi chirurgici non urgenti verranno fatti slittare verso aprile dell'anno prossimo. Ma non basta. «È chiaro che in questa situazione dovremo ridurre l'attività degli ospedali. Purtroppo non ci piove spiega Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl della Marca stiamo stilando una mappa dei servizi che possono essere chiusi. Oggi prenderemo una decisione. Se le cose sul fronte dell'epidemia non miglioreranno, non ci sarà alternativa».


I DISTRETTI

I dati dei contagi sono sempre più pesanti. Il tasso medio provinciale è arrivato a 307 casi per 100mila abitanti. Il distretto di Asolo resta il più colpito (349). Ma ora c'è anche quello di Pieve di Soligo (340). Tutta la zona della pedemontana, insomma. Restano un po' più distanziati i distretti di Treviso Nord (229) e Treviso Sud (292). Stando ai dati dell'Usl, il contagio si sta propagando attraverso i bambini e i ragazzi. «Abbiamo praticamente 400 nuovi positivi al giorno. E il 20% sono bambini con meno di 12 anni. Se si comprendono i ragazzi fino ai 19 anni, poi, si arriva a un terzo del totale fa i conti il direttore generale la soluzione è vaccinare i bambini dai 5 agli 11 anni, come già indicato dall'Ema. Partiremo non appena ci sarà il via libera ufficiale. Ci siamo già confrontati con i pediatri, ottenendo la loro disponibilità». Con la chiusura della Day Surgery dell'ospedale di Treviso, intanto, si recupereranno 15 infermieri da dirottare proprio nei centri vaccinali anti-Covid.

E si guarda a un nuovo stop delle visite ambulatoriali. E' il primo passo. Anche perché non si può di certo pensare di bloccare le attività fondamentali. Nel frattempo 42 infermieri dipendenti dell'Usl oggi sono a casa perché nonostante l'obbligo non hanno voluto vaccinarsi contro il coronavirus, senza un valido motivo. Sono sospesi e senza stipendio. Ma non rischiano il posto. Tanto che non mancano le tensioni con i colleghi rimasti in prima linea. Il quadro, però, è questo. «Non possiamo cambiare la legge», dicono dall'azienda sanitaria. Fino a qualche tempo fa, inoltre, si poteva contare su 37 operatori del cosiddetto pacchetto Arcuri. Adesso, invece, non ci sono più.


I FARMACISTI

Un aiuto potrebbe però arrivare dall'Ordine dei farmacisti di Treviso, che allunga la mano verso l'Usl. «Se ci venisse richiesto, non avremmo problemi ad andare a prestare servizio nei centri vaccinali apre il presidente Giuseppe Losego potremmo pensare a un'organizzazione su turni per coprire una serie di ore. Su questa base, potrebbe farsi avanti almeno una persona per farmacia, qualificata come personale vaccinatore». Vorrebbe dire oltre 200 da tutto il trevigiano. Oggi l'emergenza Covid sta costringendo a un super-lavoro anche i farmacisti. La corsa dai tamponi si vede pure qui. In questi giorni molte hanno finito le scorte dei test fai-da-te. Ci sono invece meno problemi per quanto riguarda i test rapidi: si procede con le prenotazioni e il meccanismo ormai è oliato. Mentre sono solo 29 le farmacie che hanno effettivamente iniziato a somministrare direttamente il vaccino contro il coronavirus. «Questo perché è necessario avere almeno 30 persone prenotate per non rischiare di sprecare dei vaccini», spiega Losego. Anche per questa ragione andare a dare una mano nei Vax-Point potrebbe essere più agevole.
M.Fav


Ultimo aggiornamento: Martedì 30 Novembre 2021, 15:28
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