La beffa della maestra No vax: dopo la guarigione potrà tornare in aula dai bambini

La beffa della maestra No vax: dopo la guarigione potrà tornare in aula dai bambini

di Mauro Favaro

TREVISO - «Oltre al danno, adesso c'è anche la beffa». Allarga le braccia il sindaco del piccolo Comune tra Conegliano e Vittorio Veneto dove è esploso il caso della maestra no-vax. Lei è stata contagiata dal Covid. E praticamente un terzo della sua classe, almeno 7 alunni su 24, è risultato positivo. Il danno è riferito alla quarantena dell'intera sezione. La beffa, invece, sta nel fatto che una volta negativizzata, tutti sperano senza gravi conseguenze, l'insegnante contraria alle mascherine, non vaccinata e protagonista di plateali proteste contro il Green pass potrà tornare in cattedra senza alcun problema.


LE VOCI

Paradossalmente proprio il fatto di essere stata contagiata dal coronavirus le permetterà di superare il nodo dell'obbligo vaccinale per i docenti, scattato mercoledì, esibendo il Green pass rafforzato che per i guariti vale sei mesi. Fino a giugno, insomma, quando terminerà l'anno scolastico. Non volendosi vaccinare, non avrebbe potuto ottenerlo in altro modo e sarebbe andata incontro alla sospensione, con l'azzeramento dello stipendio. Per questo in paese ora le voci si sprecano. «C'è chi sospetta che possa anche aver cercato di contagiarsi apposta, che sia andata appositamente a cena con delle persone positive», spiegano alcuni residenti. Nulla di tutto ciò ha avuto però conferma, e le voci restano senza fondamento. «Ma almeno adesso il problema è emerso. Non ne potevamo più hanno riferito alcuni genitori che si sono rivolti al municipio . Non possiamo sapere se siano vere quelle voci. Ma ci auguriamo che dopo tutto questo si possa trovare una soluzione. Anche perché alla fine dell'isolamento in teoria potrebbe tornare a insegnare normalmente».


VIA D'USCITA

Non è un mistero che più di qualche no-vax pensi al contagio da coronavirus come a una possibile via d'uscita per arrivare al pass senza vaccinarsi.

Dopo l'introduzione dell'obbligo del Green pass base, quello temporaneo che si ottiene con un tampone con esito negativo, l'insegnante aveva spesso protestato, presentandosi davanti all'istituto di prima mattina senza la certificazione in corso di validità. Restava all'esterno, guardando i colleghi e gli alunni entrare a scuola. A breve non servirà più. E le famiglie temono che possa tornare in classe con in tasca il pass, sì, ma anche con le stesse idee no-vax di prima. «Non è ammissibile che un'educatrice che dovrebbe dare il buon esempio tenga comportamenti del genere mette in chiaro Francesco Benazzi, direttore generale dell'Usl trevigiana . C'è la libertà di vaccinarsi o meno. Ma passare messaggi di questo tipo è un'altra cosa. Ed è assolutamente negativo, in particolare per i ragazzi». Resta il fatto che il posto dell'insegnante è di fatto blindato. Nelle ultime ore era emersa un'indiscrezione che voleva la maestra già al centro di un procedimento disciplinare sfociato in un richiamo scritto. Dall'istituto comprensivo, però, hanno smentito qualsiasi provvedimento del genere. Almeno per ora.


IL PRECEDENTE

Il caso della scuola della pedemontana fa correre subito il pensiero a quello di Sabrina Pattarello, la maestra no-vax a settembre colpita dal Covid e ricoverata nella Terapia intensiva dell'ospedale di Mestre, che l'anno scorso insegnava alle elementari Giovanni XXIII di Treviso e che era finita nel mirino dei genitori proprio per le sue posizioni negazioniste rispetto al Covid. «Noi concludono le mamme degli alunni della scuola di Treviso abbiamo risolto il problema rivolgendoci al prefetto di Treviso. Poi è emerso che l'insegnante non aveva nemmeno i titoli per salire in cattedra. Stavolta la situazione sembra diversa: se la maestra avrà il Green passa da guarita, non sembrano esserci troppi margini d'intervento».


Ultimo aggiornamento: Domenica 19 Dicembre 2021, 10:30
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