Ex calciatore stroncato da un infarto a 55 anni: addio a Mario Lucchetta
di Claudia Borsoi
LO CHOC
La notizia della sua morte è subito piombata, come un fulmine a ciel sereno, su Pieve di Soligo, sua terra d'origine, dove tutt'ora risiedono i suoi fratelli e un tempo anche i genitori (la mamma Regina Elena Ros è morta solo due mesi fa, mentre il papà Giuseppe, maestro, era deceduto nel 2003). E nel duomo di Pieve di Soligo domani, sabato, sarà celebrato il funerale alle 15 e sempre qui, stasera alle 19, la recita del rosario.
LA CARRIERA
Fin da bambino Marco aveva coltivato la passione per il calcio e come calciatore ricordano oggi gli amici era cresciuto nel vivaio della Pievigina, poi era andato al Treviso, esordendo in C1 all'età di 16 anni. E nei primi anni Ottanta per Lucchetta arrivò anche la convocazione nella nazionale giovanile con Roberto Mancini e Giuseppe Giannini. Quindi l'opportunità di studiare oltreoceano: una borsa di studio lo portò all'Università di San Francisco, in California, specializzandosi in business e allo stesso tempo vestendo, sul campo da calcio, il ruolo di centrocampista con la squadra degli Intrepid, un'esperienza che all'epoca, era il 1989, gli valse la copertina del giornale americano Soccer America e venne raccontata dal quotidiano Tuttosport e dalla Gazzetta. Qui rimase alcuni anni, fino a quando decise di appendere le scarpe al chiodo e di dedicarsi al lavoro, come imprenditore. «Persona creativa e innovativa, Marco ha fondato Lemonbar e Ciocobar con chioschi negli outlet McArthurGlen a Noventa di Piave, Serravalle Scrivia, Firenze, Roma e Napoli, ma anche in Olanda, Slovenia, Austria e Dubai, dove vengono servite bevande naturali fatte artigianalmente» ricordano gli amici e i pievigini. Oltre alla compagnia Sigrid, il 55enne lascia i fratelli Maurilio, Francesco e Giancarlo, la sorella Elsa, cognate e nipoti.
Claudia Borsoi
Ultimo aggiornamento: Venerdì 27 Dicembre 2019, 12:25
© RIPRODUZIONE RISERVATA