Green Pass, primo giorno a Treviso: ecco come è andata, fra mugugni e polemiche

Green Pass, primo giorno: ecco come è andata, fra mugugni e polemiche

di Elena Filini

TREVISO - Menù, coperto e Green pass. Ormai lo schema è consueto: molte polemiche, avvio efficiente. Nel centro di Treviso non si assiste all'ansia da lasciapassare. Sarà perché i medici di famiglia hanno scaricato Green pass fino a notte fonda («Rush finale - sorride la dottoressa Federica Zanatta, al lavoro fino alle 22 - ma siamo al servizio dei pazienti»). O perché i farmacisti hanno seguito i propri clienti nelle procedure sul sito. Sarà perché poi alla fine lo stile è protesto ma mi adeguo. Ordine e consapevolezza: dalle palestre, in cui tutti sono entrati con il Green pass, ai cinema, dove gli esercenti non hanno avuto nessuna difficoltà. E nei musei, dove molti turisti non hanno fatto altro che replicare quanto già visto a livello europeo.

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«Non ci piace fare i controllori, alla fine a cascata ricade tutto su di noi. Ma per scongiurare nuove chiusure ci mettiamo a disposizione», dice Dania Sartorato, referente Fipe trevigiana. «Pronta l'app per vidimare.

E chi non ha il Green pass si accomoda fuori senza drammi» è la risposta de Le Beccherie, ristorante di fascia alta in centro. «Io non voglio ledere la privacy dei miei clienti. Chiedo ma non faccio il censore, mi basta la loro parola» è la posizione di Graziano Bettiol dell'Hostaria Antica Contrada Do Torri. All'Osteria ostile il tablet rileva all'ingresso la validità del Green pass. «Una misura sacrosanta». C'è chi ha già perso diverse prenotazioni ferragostane. «Ci dispiace, ma è un normale disguido di avvio. Sono favorevole al Green pass: è l'unico antidoto per evitare nuove chiusure» risponde Federica Mattiazzo dell'Oca Bianca, storica trattoria a lato del Calmaggiore. Alle 18 scattano i controlli della polizia municipale: niente multe, solo sensibilizzazione. E ristoratori promossi anche dai vigili.

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Ultimo aggiornamento: Sabato 7 Agosto 2021, 09:42
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