Contagi in aumento, l'appello dell'Usl ai vacanzieri: «Fate il tampone»

Contagi in aumento, l'appello dell'Usl ai vacanzieri: «Fate il tampone»

di Mauro Favaro

TREVISO - I viaggiatori che arrivano nel trevigiano da un Paese considerato a rischio coronavirus, in particolare per le varianti, sono obbligati a rispettare la quarantena. Dopo il periodo di isolamento, inoltre, si possono sottoporre al tampone nei Covid Point dell’Usl: adesso l’accesso è libero e gratuito, senza bisogno di appuntamenti o impegnative. Sono questi i binari indicati dall’azienda sanitaria. Non si scappa. Non si dovrebbe, almeno. «Il rispetto della quarantena è fondamentale per chi arriva nella Marca – mette in chiaro il direttore generale Francesco Benazzi – se ci sono dei dubbi sulla necessità dell’isolamento, i cittadini possono contattare il nostro Cup o il servizio Igiene e sanità pubblica per sapere come comportarsi». Ci sono tre riferimenti telefonici (0422.323888; 0422.323701; 0422.323702; dal lunedì al sabato dalle 8.30 alle 17) e una mail (coronavirus.sisp@aulss2.veneto.it). Sottoponendosi al tampone, poi, si contribuisce al programma di monitoraggio delle varianti messo in piedi dall’azienda sanitaria. I controlli stanno andando a regime. Ormai si è arrivati a ridosso dell’obiettivo dei 5mila test al giorno. Dall’inizio dell’epidemia a oggi nella Marca sono stati fatti più di un milione di tamponi. Ma ancora non basta. 

GIOVANE RICOVERATO
I reparti Covid degli ospedali continuano a essere quasi vuoti. L’emergenza, però, non è ancora definitivamente alle spalle. Ieri, martedì 13 luglio, un trevigiano di 32 anni, non vaccinato, è stato ricoverato nell’area semi-intensiva della Pneumologia dell’ospedale di Treviso dopo essere risultato positivo al coronavirus. A questo si aggiungono tre pazienti positivi ricoverati a Vittorio Veneto. Tutti gli altri ospedali della provincia rimangono Covid-free. Sul fronte vaccinazioni, intanto, ci si prepara a dire addio non solo ad AstraZeneca ma anche a Johnson & Johnson (monodose). «Ci sono ancora delle dosi di Johnson & Johnson che verranno usate per persone con più di 60 anni senza patologie. Poi ci si fermerà, perché al momento non viene più consegnato – fa il punto il direttore generale – per quanto riguarda AstraZeneca, invece, prevediamo di esaurire i richiami entro la fine di questo mese».

Di seguito, quindi, si continuerà solo con Pfizer e Moderna. L’Usl sta anche cercando di recuperare almeno una parte degli 11mila trevigiani con più di 60 anni che non si sono ancora vaccinati. Nei giorni scorsi è stata inviata una lettera di sollecito a ognuno di loro. La risposta, però, resta tiepida. Dopo mille appelli, si è arrivati allo zoccolo duro di chi non ne vuole saperne dell’iniezione (al netto ovviamente di chi non è nelle condizioni di vaccinarsi per motivi di salute). In ogni centro vaccinale vengono riservati 200 posti al giorno per gli over 60. Questi ultimi possono presentarsi in qualsiasi momento: l’accesso è libero. «Ma alla fine si fanno avanti al massimo 35 ultrasessantenni al giorno», rivela il direttore generale. Sui richiami, invece, non ci sono difficoltà: «Chi ha fatto la prima dose si presenta anche per la seconda», conferma Benazzi. 

OPERATORI NO VAX
A proposito di vaccini, sono 75 i medici degli ospedali, delle strutture private e degli ambulatori del territorio che non si sono sottoposti all’iniezione anti-Covid. Compresi 15 medici di famiglia. In questo conto, però, c’è anche chi non può vaccinarsi per problemi di salute. Di pari passo, si parla di 300 No-Vax tra gli infermieri e di una ventina tra i farmacisti. I rispettivi Ordini sono pronti a far scattare le sospensioni. Si attende solo la conferma dei nominativi da parte dell’Usl. La commissione guidata da Stefano Formentini, direttore sanitario dell’azienda sanitaria, è impegnata a vagliare i certificati medici inviati dai diretti interessati. Un lavoro non semplice: bisogna verificare la posizione di 2.610 operatori della sanità, compresi infermieri, farmacisti, oss e così via. Il discorso è diverso per altri 1.150 operatori della sanità in servizio nel trevigiano che non solo non si sono vaccinati contro il Covid ma non hanno nemmeno risposto alla richiesta di spiegazioni arrivata dall’Usl. Si tratta di 600 tra medici, infermieri e farmacisti e 550 operatori sociosanitari. A questi ultimi è stata inviata un’altra raccomandata. Se non si vaccineranno entro il 18 luglio, scatteranno le sospensioni dal lavoro almeno fino alla fine di quest’anno. Con annesso taglio dello stipendio. 
 


Ultimo aggiornamento: Mercoledì 14 Luglio 2021, 09:05
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