Il legale dell'aggressore: «Il 15enne resta in carcere solo così capirà i suoi errori»

Il legale dell'aggressore: «Il 15enne resta in carcere solo così capirà i suoi errori»

di Serena De Salvador

MOGLIANO - Resterà in carcere, almeno in questo primo periodo, il 15enne che lunedì ha aggredito e ridotto in fin di vita Marta Novello. Potrà così cominciare un percorso per rendersi conto appieno della gravità delle sue azioni: «Avrà l'opportunità di essere seguito da psicologi, educatori ed esperti, è la soluzione migliore per lui al momento» ha specificato il legale Matteo Scussat, che lo ha assistito durante l'udienza di convalida del fermo al Tribunale dei minori di Venezia. Li ha raggiunti anche la madre del giovane, che non lo vedeva né sentiva da lunedì. Anche se a distanza e nella concitazione di un tribunale, la donna non ha voluto perdere l'occasione per strappare all'angoscia di questi giorni qualche minuto con suo figlio. Per quasi due ore l'adolescente è rimasto seduto davanti al giudice. Impacciato e stranito, ha comunque risposto a tutte le domande. Le prime, importantissime, per cominciare a far luce sull'agguato a partire dagli unici due veri testimoni: lui e Marta. «Volevo rapinarla, avevo bisogno di soldi» ha sostenuto mettendo un punto granitico su quella che ancora una volta è stata confermata come la pista regina: la rapina degenerata.


LA CONVALIDA

In un interrogatorio lungo e articolato, il 15enne ha riferito la sua verità sulla brutale aggressione. Nessun legame particolare con la 26enne, ma il bisogno di denaro. Era l'ipotesi sostenuta fin dalle prime ore dai carabinieri della compagnia di Treviso, accolta dalla Procura che ora procede infatti accusando il ragazzo di tentato omicidio aggravato e tentata rapina aggravata. «Abbiamo atteso con serenità il pronunciamento del giudice spiega Scussat e io mi sono rimesso alle sue decisioni. L'arresto è stato convalidato e non ho chiesto misure cautelari alternative». Dunque niente domiciliari a casa dei nonni a Marocco e il motivo è lo stesso avvocato a chiarirlo: «Servono ancora accurate valutazioni, per questo il ragazzo nel carcere minorile di Treviso affronterà un percorso con degli specialisti aggiunge. Lo valuteranno, si renderà conto di ciò che ha fatto e solo in un secondo momento si deciderà come procedere».

Al vaglio è pure l'eventuale perizia psichiatrica, che il legale era intenzionato a chiedere.


GLI ACCERTAMENTI

Tante restano le anomalie da chiarire, sulle modalità ma soprattutto sul movente della rapina. Movente che la stessa Marta aveva confusamente indicato ai soccorritori: «Voleva i soldi». Ma allora, perché prendere di mira una ragazza che fa jogging senza nemmeno il portafoglio? Perché un ragazzo con alle spalle una famiglia senza problemi economici aveva bisogno di denaro? Perché aggredire una vicina di casa che lo avrebbe potuto riconoscere? Sono alcune delle tante domande che ancora chiedono risposta. Il ventaglio delle indagini potrebbe però ampliarsi. Il cellulare del ragazzo (che al momento dell'agguato aveva lasciato a casa, ndr) è stato sequestrato e i carabinieri stanno catalogando messaggi, telefonate, contatti sui social network. Quello che si cerca è l'origine della rapina. Bisogna capire se avesse un debito o dovesse acquistare qualcosa, ma anche se altre persone fossero a conoscenza della necessità di soldi o della volontà di attuare la rapina. Infatti se quest'ultimo caso trovasse conferma, non si potrebbe nemmeno escludere un'eventuale istigazione. Altrettanto fondamentale è la ricostruzione di ogni attimo di quel pomeriggio, che gli inquirenti stanno analizzando con telecamere e testimonianze.


LA VICINANZA

Ieri a Mestre è arrivata da Marocco di Mogliano anche la mamma del giovane, che lo ha potuto vedere per la prima volta dopo quattro giorni: «Sono felice per la ripresa di Marta, la preoccupazione per le sue condizioni è stata costante fino alla conferma dell'uscita dal coma. Quella era la notizia che aspettavamo» ha confessato tramite il suo avvocato. A turbarla però non è solo il sapere suo figlio accusato di un crimine orrendo: «Minacce, insulti, intimidazioni e falsità verso la sua famiglia che pullulano online l'hanno scossa nel profondo aggiunge il suo legale. Lei e i parenti sono vicini ai Novello: ancora non ci siamo fatti avanti per incontrarli perché volevamo rispettare questo atroce dolore, ma sono sempre nei loro pensieri».


Ultimo aggiornamento: Sabato 27 Marzo 2021, 17:09
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