Record di medici obiettori in Polesine: il caso arriva in Parlamento

Record di medici obiettori in Polesine: il caso arriva in Parlamento

di Francesco Campi
ROVIGO - L'interruzione volontaria di gravidanza, in Veneto è una vera e propria odissea, come testimonia il recente racconto, rilasciato in esclusiva a Il Gazzettino, della 41enne che ha dovuto peregrinare per 23 ospedali per veder riconosciuto quanto sancito come diritto dalla legge 194. I numeri dicono che la percentuale di ginecologi nelle strutture pubbliche venete supera il 76%. In Polesine è ancora maggiore, sfiorando l'80%. Con il caso limite di Adria, dove nel 2015 si arrivava al 100%: tutti e cinque i ginecologi in servizio erano obiettori. Le cose, per la verità, sono migliorate già dallo scorso anno con 2 non obiettori su 8 nell'ex Ulss 19. Non tanto dissimili le cose in quella che era l'Ulss 18 dove, fra Rovigo e Adria, si contavano solo 5 medici non obiettori su 17. Una percentuale decisamente alta, che preoccupa l'onorevole Pd Diego Crivellari: «La legge 194 che dal 1978 stabilì diritti per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza in Veneto e anche in Polesine stenta ad essere applicata. Nei mesi scorsi è stato da più parti evidenziato come la nostra Regione, tra quelle del Nord, vanta la percentuale più alta di ginecologi obiettori, il 76,7%».
Per questo Crivellari ha presentato un'interrogazione al ministro della Salute Beatrice Lorenzin per chiedere «se sia a conoscenza della situazione venutasi a creare nel territorio veneto, con particolare riferimento a strutture come quelle di Adria, e quali iniziative intenda mettere in atto per garantire che la legge 194 possa essere applicata con regolarità».
 
Ultimo aggiornamento: Lunedì 20 Marzo 2017, 10:26
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