Omicidio-suicidio: la lettera di scuse dei coniugi di Rovigo
Prima di compiere il gesto marito e moglie hanno scritto e firmato una lettera indirizzata a figli e familiari, in quelle righe i due hanno chiesto scusa per quello che stavano per fare. In quel biglietto di addio, lasciato in bella mostra, erano scritte queste parole: «Scusateci. Così smetteremo di soffrire». Parole scritte in stampatello da un'unica mano, malferma e tremolante, in calce entrambi i nomi, le firme di Tino e Renata. La lettera è stata lasciata soprattutto per i due figli, che gli anziani vedenvano quasi quotidianamente e ai quali erano molto legati, così come ai due nipoti.Una fine senza spiegazioni apparenti
Tino e Renata non si trovavano a fronteggiare né problemi economici, né problemi di salute, se non i normali acciacchi dovuti all'avanzare dell'età. Tino Bellinello era stato una gloria del ciclismo polesano. Di problemi fisici non ne aveva di alcun tipo. Ma una forma depressiva lo aveva avvolto da un annetto. Era seguito ma non sembrava avere sintomi particolarmente pesanti, tanto che prendeva solo un ansiolitico per dormire. A tormentarlo sembrava più che altro essere il non riuscire più a compiere quelle attività che fino a poco prima era ancora in grado di fare. Come andare a caccia. O come, soprattutto, prendere la sua amata bici e fare chilometri su chilometri, fino a 80 al giorno.
Tino e Renata si uccidono in camera da letto nel giorno di San Valentino
Come ancora innamorati, dopo tanti anni, erano Tino e Renata sono stati trovati vicini, in camera da letto. La moglie, stesa, morta per il colpo alla testa. Lui, che si era comunque sparato alla testa, con la pistola ancora in pugno, ancora vivo. Ma è sopravvissuto solo poche ore. La tragedia si è consumata proprio ne giorno di San Valentino.Ultimo aggiornamento: Sabato 22 Febbraio 2020, 16:05
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