L'odissea di un vigile del fuoco per ottenere un certificato medico: tra mail e telefonate, scattata la denuncia

L'odissea di un vigile del fuoco per ottenere un certificato medico: tra mail e telefonate, scattata la denuncia

PORDENONE - Anche ottenere un certificato medico può diventare un'odissea. Ne sa qualcosa un caposquadra dei vigili del fuoco di Pordenone che dal 23 dicembre sta cercando di giustificare la sua assenza dal lavoro per motivi di salute. Appartiene a una di quelle categorie che non conoscono sabato, domenica o festivi. E che pertanto deve motivare la sua assenza anche se si ammala il giorno di Natale o Santo Stefano. La pandemia ha rivoluzionato i rapporti medico-paziente: tante email, colloqui telefonici e visite soltanto su appuntamento. Un percorso che Alessandro Pertoldi ha seguito senza risultati, tanto da indurlo a chiedere l'intervento delle forze dell'ordine in ambulatorio e a presentare una denuncia in Questura.
«Avevo chiesto un certificato dal 23 al 26 dicembre informando che avevo prenotato una visita pneumologica il 2 gennaio - spiega il vigile del fuoco, che soffre di bronchite cronica -. Ho scritto una mail, perché è l'unico modo per contattare il medico, altrimenti al telefono risponde un centralino. Avevo anche parlato con l'operatore, che mi aveva prenotato una visita a distanza di giorni». Il medico - come indicato nella denuncia - gli aveva rilasciato un certificato per la sola giornata del 23 indicando «riferita indisposizione generale». Ha così inviato un nuovo messaggio in posta elettronica specificando che aveva bisogno di un certificato che giustificasse la sua assenza dal lavoro fino al 26. «Mi ha risposto soltanto il 26 dicembre - prosegue -. L'indomani sono andato in ambulatorio durante l'orario delle visite, dalle 8.30 alle 9.30. Ho atteso fino alle 9.30 inutilmente e a quel punto ho telefonato ottenendo in via eccezionale un appuntamento per le 15. Ho atteso fino alle 15.20, il medico non è venuto». L'indomani è ritornato in ambulatorio. «Mi ha detto di andare via - afferma Pertoldi - A quel punto ho chiamato le forze dell'ordine. Ai poliziotti è stato riferito che ero stato tolto dalla lista dei pazienti». A quel punto a Pertoldi non restava che la guardia medica, dalla quale scopre di essere ancora un paziente del suo medico di base. Il 31 dicembre, prima di andare in Questura, ha inviato un'altra mail al medico di famiglia, la mancata risposta lo ha indotto a proseguire con la denuncia. «Sono rimasto senza assistenza medica e certificato dal 23 dicembre - lamenta -. Ho sperimentato una situazione da terzo mondo, la Guardia medica fa quello che può, con la gente in coda all'esterno in attesa del suo turno per evitare assembramenti all'interno. L'unico a funzionare è il pronto soccorso, dove chi è nelle mie condizioni deve aspettare ore».
Ieri non è stato possibile contattare il medico. L'unico numero a disposizione dei pazienti rimanda a un centralino in cui risponde un «operatore posto al di fuori dell'Ue» (ieri non disponibile). Per le prenotazioni - riferisce una voce registrata - bastano pochi «clic» su miodottore.it o una telefonata al centro prenotazioni negli orari prestabiliti.
 


Ultimo aggiornamento: Lunedì 2 Gennaio 2023, 15:44
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