Autovie venete, appalti deserti, prezzi ai massimi, ma l'utile corre a 18 milioni

Autovie venete, appalti deserti, prezzi ai massimi, ma l'utile corre a 18 milioni

di Maurizio Bait

PORDENONE - Il bilancio 2021 di Autovie ha registrato un utile di 18 milioni di euro. Un risultato per certi versi inatteso, stante il perdurare della pandemia. Una crisi duratura e generalizzata che ha inciso profondamente su tutto il sistema autostradale. Gare deserte, appalti aggiudicati senza che le imprese contraenti sottoscrivano i contratti poiché nel frattempo i prezzi sono lievitati ai massimi livelli. E le operazioni finanziarie ancora al palo nella prospettiva di una nuova concessione trentennale. Questo il quadro nel quale si muove - ma sembra un eufemismo il cantiere della grande incompiuta a Nordest: la terza corsia lungo l'autostrada A4 Venezia-Trieste.

GARE E CANTIERI

Proviamo a tracciare un rapido quadro: l'appalto per realizzare la nuova barriera del Lisert, alle porte di Trieste, non è stato contrattualizzato nonostante l'avvenuta aggiudicazione. Sempre nell'area del Lisert, è andata invece del tutto deserta la gara per realizzare gli spartitraffico. Non solo: passando in territorio veneto e soprattutto alle criticità del tratto Portogruaro-San Donà, ancora privo di terza corsia e destinato a rimanere tale per diversi anni, Autovie venete aveva stabilito di investire, per intanto, 50 milioni di euro. Lo scopo era e rimane quello di affrontare il problema delle numerose e complesse interferenze come cavalcavia, canali, condotte, eccetera. Ebbene anche queste operazioni si sono dovute rallentare e poi fermare a causa dell'impossibilità per le imprese di sostenere i prezzi, troppo bassi, imposti dal tariffario nazionale, ai quali ogni concessionaria è obbligata ad attenersi. Tutto questo senza contare che le bramme d'acciaio non arrivano più dal Mar Nero e che anche quelle già imbarcate non possono partire dal Mare d'Azov: si trovano sotto le bombe e con una distesa di mine piazzate al largo. Procede, in ogni caso, il cantiere del tratto dal Tagliamento (Alvisopoli) a Portogruaro e si conta di concludere i lavori nella prima parte dell'anno prossimo. Ma nulla, a questo punto, può essere dato per scontato

LA CONCESSIONE

Quanto alla concessione per trent'anni da affidare a una nuova Spa partecipata dalle Regioni Friuli Venezia Giulia e Veneto (Autostrade Alto Adriatico), è vero da un lato che il Governo con il Cipess ha fornito il proprio via libera all'operazione e che tale decisione è stata approvata dalla Corte dei conti centrale. Tuttavia nessuna iniziativa è stata ancora messa in campo da Friulia, la finanziaria della Regione Fvg, per trasferire le proprie azioni di Autovie alla Regione medesima. Del pari, nessun passo in avanti è stato fino ad oggi compiuto per liquidare i soci privati di Autovie (banche e assicurazioni innanzitutto), mentre resta da definire il cosiddetto indennizzo di subentro che un nuovo concessionario dovrebbe corrispondere ad Autovie in ragione dei lavori eseguiti nel corso del proprio mandato: in sede Cipess l'entità di tale indennizzo è stata quantificata in circa 530 milioni di euro, ma già in questo primo scorcio del 2022 la cifra sembra destinata ad un adeguamento al ribasso, in forza della concomitanza di una ripresa del traffico (salvo l'ultimissimo periodo) e di una contrazione degli investimenti in cantieri, il che in ultima analisi significa meno risorse spese in asfalto e più soldi in cassa ad Autovie.

Per inciso, lo stesso piano ponte economico-finanziario di Autovie per la gestione dell'interregno fra la fine della vecchia concessione e l'inizio di quella nuova ipotizzata, giace ancora senza via libera sui tavoloni del Ministero delle Infrastrutture. Infine, sempre a proposito di soldi, per completare la terza corsia A4 (il tratto San Donà-Portogruaro propone un costo globale di circa 700 milioni di euro salvo rincari), serve assolutamente la rinegoziazione da parte del nuovo concessionario delle linee di credito accordate a suo tempo da Cassa depositi e prestiti e Banca europea degli investimenti. A meno che non si pensi ad una concessione in house da attribuire direttamente ad Autovie, una volta liberata dei soci privati.

IL TRAFFICO

Il 2021 ha sfiorato i volumi di traffico dell'era pre-Covid sulla rete autostradale di Autovie. Tuttavia questo primo scorcio del 2022 non sembra promettere troppo bene, soprattutto per quanto riguarda il traffico di veicoli leggeri. All'inizio dell'anno la concessionaria ha registrato un secco 10% in meno di traffico (780mila passaggi a settimana) rispetto al medesimo periodo dell'annata precedente, ma poi si è assistito a un progressivo recupero fino ad approdare a un -1% due settimane or sono, arrivando a 840mila passaggi settimanali. Il caro benzina e la guerra in Ucraina hanno tuttavia provocato un nuovo, sensibile calo del traffico negli ultimi giorni, tornando a -10% rispetto all'analogo periodo del 2021. Quanto al traffico leggero, a gennaio la contrazione è risultata pari all'8%, ma due settimane fa tale calo risultava dimezzato a -4% con 560mila passaggi settimanali. Gli ultimi dati di marzo, però, evidenziano un nuovo calo fino a -16% con circa 50mila passaggio settimanali in meno. Pià confortante il versante del traffico pesante: nelle prime settimane dell'anno si è registrato un incremento di 2 punti percentuali rispetto al periodo pre-Covid (2019). Tale tendenza si è spinta a +7 punti percentuali a fine febbraio con 270mila passaggi settimanali, mentre i dati più recenti denunciano un arretramento a +5% due settimane fa e a +3% nell'ultima settimana con 267mila passaggi. In questo caso, come si vede, la condizione rimane comunque positiva e al di sopra del periodo pre-Covid, nonostante il caro-petrolio e la guerra in Ucraina.


Ultimo aggiornamento: Domenica 27 Marzo 2022, 11:12
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